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Title of test:
Misure energetiche industriali ed ambientali

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Misure energetiche industriali ed ambientali

Author:
AVATAR

Creation Date:
17/02/2024

Category:
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Number of questions: 360
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Content:
Nella vigente versione del SI le grandezze fondamentali sono: 7 3 5 6.
2. L'incertezza di misura è: La precisione di uno strumento Determinata dagli errori di misura e determinante la qualità della misura stessa Causa degli errori di misura e determinante la qualità della misura stessa La differenza tra il valore vero e il valore ritenuto vero.
3. Una misura diretta è: quella effettuata per confronto diretto del misurando con il campione di misura una misura ricavata attraverso una operazione algebrica tra due grandezze misurate quella effettuata per confronto diretto con il campione primario una misura basata sulle costanti fondamentali della fisica .
4. Le unità fondamentali sono tutte: definite rispetto a campioni materiali di precisione massima con multipli e sottomultipli decimali con multipli e sottomultipli decimali, tranne il tempo.
5. Il campione di misura è: lo strumento più preciso la migliore realizzazione con le tecnologie disponibili lo strumento più utilizzato un parametro numerico .
6. Un esempio di misura indiretta è: la misura della lunghezza tramite un calibro la misura della massa tramite una bilancia a molla la misura della potenza termica fornita da un radiatore attraverso un contatore di calore la misura della temperatura tramite un termometro a mercurio .
7. Per effettuare correttamente una misura: è sufficiente elaborare un modello del misurando e corredarlo della sua incertezza è sufficiente definire una scala di misura è necessario definire correttamente incertezza e unità di misura è necessario elaborare un modello del misurando nonché definire la scala di misura associata .
8. Nell'analisi dimensionale di una grandezza fisica le unità fondamentali sono espresse come: potenze di numeri primi potenze decimali intere potenze decimali reali metri e kilogrammi .
9. Le grandezze derivate nel SI sono: 7 minori di 7 infinite antropomorfe .
10. Il campione primario del metro è definito come: La quarantamilionesima parte della lunghezza del meridiano terrestre Il tragitto percorso dalla luce nel vuoto in un tempo di 1/299792458 di secondo La lunghezza della barra di platino-iridio conservata nell'Ufficio Internazionale di Pesi e Misure di Sèvres di Parigi La lunghezza d'onda della luce .
1. Se si volesse dare una rappresentazione, su un bersaglio, di una misura ripetibile ma poco accurata, i "colpi" andrebbero posizionati: tutti ravvicinati tra loro ma distanti dal centro del bersaglio distribuiti uniformemente all'interno del bersaglio tutti ravvicinati tra loro e prossimi al centro del bersaglio distribuiti non uniformemente all'interno del bersaglio .
2. L'incertezza di misura è: la precisione di uno strumento determinata dagli errori di misura e determinante la qualità della misura stessa causa degli errori di misura e determinante la qualità della misura stessa la differenza tra il valore vero e il valore ritenuto vero .
3. La sensibilità statica (S) di uno strumento è esprimibile attraverso la relazione: S=ΔI/ΔU S=ΔE/ΔI S=ΔU/ΔI S=ΔU/ΔE .
4. A parità di misurando, l'isteresi è: un fenomeno prettamente legato alle caratteristiche del sensore il fenomeno per cui il valore assunto da U(I) dipende dal valore storico di I il fenomeno per cui il valore assunto da U(I) dipende esclusivamente dal valore istantaneo di I la differenza fra la curva caratteristica (U-I) rilevata per ciclo ascendente e quella per ciclo discendente .
5. La capacità di conservare inalterate le caratteristiche di funzionamento per un dato intervallo di tempo: si definisce ripetibilità, se a breve termine si definisce ripetibilità, se a lungo termine si definisce stabilità se a breve termine è una proprietà di tutti gli strumenti .
6. Se si volesse dare una rappresentazione, su un bersaglio, di una misura precisa, i "colpi" andrebbero posizionati: tutti ravvicinati tra loro ma distanti dal centro del bersaglio distribuiti uniformemente all'interno del bersaglio tutti ravvicinati tra loro e prossimi al centro del bersaglio distribuiti non uniformemente all'interno del bersaglio .
7. Si selezioni un possibile errore commesso da un operatore nella lettura del quadrante di uno strumento: errore sistematico errore di parallasse errore sulla caratteristica errore sullo zero .
8. L'incertezza di misura è conseguenza: del limitato potere risolutivo dell'occhio umano ed è tipica del III stadio delle tecnologie realizzative è tipica del III stadio e si verifica negli strumenti analogici e non in quelli digitali è una limitazione nella realizzazione della riferibilità metrologica .
9. La riferibilità metrologica è tipica della catena di misura e si realizza: utilizzando campioni di misura che nel caso della massa sono pesiere F1 effettuando tarature per confronto con campioni almeno tre volte più precisi fino al campione SI quando i dati di misura sono corretti dagli effetti delle grandezze di influenza come conseguenza della applicazione del MID 2007 .
10. Negli estensimetri che sono sensori di stato tensionale: la pressione è una grandezza di influenza l'umidità è una grandezza di influenza è una sistematicità connessa alle proprietà dei mastici adoperati per collegare l'estensimetro all'elemento costruttivo che si deforma la temperatura è una grandezza di influenza .
1. La riferibilità metrologica: è la proprietà che consiste nel poter associare una incertezza dichiarata al risultato di una misurazione affetto da errore all'interno del SNT, è la proprietà che consiste ai LAT e ai SIT di potersi riferire a organismi nazionali od internazionali di ordine superiore è la proprietà del risultato di una misurazione che consiste nel poterlo riferire a campioni generalmente nazionali od internazionali, attraverso una catena ininterrotta di confronti, tutti con incertezza dichiarata è la proprietà del risultato di una misurazione che consiste nel poterlo riferire ai campioni primari mediante confronto diretto .
2. I centri di taratura SIT, nell'ambito della piramide di riferibilità metrologica, rappresentano: l'anello di congiunzione tra le imprese e gli utilizzatori e l'istituto metrologico primario i laboratori di misura industriali centri di ricerca metrologica un organismo il cui compito è quello di certificare la correttezza delle misure .
3. Nella catena di misura, i sensori rappresentano: quei componenti comunemente chiamati trasduttori, in quanto traducono il segnale di misura in una specie diversa rispetto a quella del misurando il I Stadio della catena misura, il cui compito è quello di sentire il misurando e le altre grandezze fisiche il I Stadio della catena misura, il cui compito è quello di tradurre la grandezza misurata in un segnale di misura digitale il I Stadio della catena misura, il cui compito è quello di tradurre la grandezza misurata in un segnale di misura .
4. Il Sistema Nazionale di Taratura è stato costituito: nel 1978 nel 1991 nel 1875 nel 1973 .
5. In un manometro di Bourdon, il II stadio della catena di misura: è costituito da un leverismo che trasmette ed amplifica lo spostamento della estremità libera del tubo di Bourdon è il tubo ricurvo incastrato ad un'estremità (tubo di Bourdon) che, sotto l'azione della pressione del fluido al suo interno, tende a svolgersi l'indice mobile sulla scala graduata, mosso da opportuni ingranaggi il segnale convertito in forma digitale attraverso opportune strumentazioni elettroniche .
6. In un termometro a riempimento di fluido che utilizza Hg quale liquido termometrico l'incertezza prestazionale o tecnologica è imputabile: al fenomeno viscoso per cui il mercurio (Hg) non bagna le pareti del capillare al fenomeno viscoso per cui il mercurio (Hg) non bagna le pareti del capillare ed alla non perfetta cilindricità del capillare ed alle impurità contenute nel mercurio alla variazione di quota che comporta variazioni di temperatura ambientale al potere separatore dell'occhio che vale 0.1 mm e cioè 0.1 °C .
7. La catena di riferibilità metrologica è: una catena ininterrotta di confronti (tarature) che consente di quantificare l'incertezza di misura la realizzazione di tarature con campioni di volta in volta più precisi fino al valore del campione SI la taratura per confronto con i campioni dei LAT la verifica prestazionale del rispetto dei requisiti metrici imposti dalle norme metriche .
8. In un manometro Bourdon per il controllo del gonfiaggio degli pneumatici, il valore riportato nel libretto di circolazione di ciascun veicolo è: il valore corretto di sovrappressione rispetto alla pressione ambiente espresso in Bar il valore corretto di sovrappressione espresso in Bar se il gonfiaggio è effettuato a freddo e con un gas tipo azoto che è privo di umidità il valore della pressione assoluta di gonfiaggio il valore della pressione assoluta espresso in Atm atmosfere unità gergale non SI .
9. Nei Laboratori di Taratura di Accredia i valori dele grandezze di influenza debbono essere mantenuti a valori standard tramite appositi impianti : no non è necessario si solo nel caso di verifiche metrico-legali .
10. Le grandezze di influenza sono: delle grandezze che il sensore sente delle grandezze che vanno misurate e tenute costanti per realizzare la compensazione dei loro effetti delle grandezze che vanno misurate per realizzare la compensazione degli effetti sui dati di misura delle grandezze che influenzano il risultato della misurazione .
1. Una variabile aleatoria discreta: può assumere infiniti valori compresi tra 0 e 1 può assumere gli infiniti valori dell'insieme dei numeri reali può assumere un insieme di valori numerabile prevedibile a priori può assumere un insieme di valori numerabile non prevedibile a priori .
2. Dato un lotto di produzione di un'industria farmacautica, è opportuno eseguire il controllo qualità: sull'intera popolazione definita dal lotto, per essere certi di avere massima qualità su un campione, di adeguate dimensioni e caratteristiche, prelevato dal lotto sul campione definito dagli ultimi 10 pezzi prodotti sul campione definito dai primi 10 pezzi prodotti .
3. Un possibile errore campionario è: un errore sistematico derivante da una errata calibrazione dello strumento di misura utilizzato quello derivante dalla definizione di un campione troppo numeroso un errore accidentale commesso dall'operatore che effettua la misura quello derivante dalla definizione di un campione non rappresentativo dell'intera popolazione .
4. La definizione frequentista: consente di calcolare la probabilità di accadimento di un evento misurandone la frequenza di accadimento, ripetendo l'esperimento un elevato numero di volte deriva dalla legge dei grandi numeri e afferma che probabilità e frequenza sono la stessa cosa consente sempre di calcolare la probabilità di accadimento di un evento misurandone la frequenza di accadimento e deriva dalla legge dei grandi numeri consente di definire l'istogramma di frequenza .
5. Se, lanciando un dado viene lanciato 3 volte, si ottiene il numero sei per 2 volte, è corretto affermare che: la probabilità di ottenere il numero sei è pari a 2/3 la frequenza di accadimento del numeor sei è pari a 2/3 la probabilità di ottenere il numero sei è pari a 1/3 la frequenza di accadimento del numeor sei è pari a 1/6 .
6. Si consideri un esperimento che consiste nel lancio di 5 dadi. L'unità statistica sarà: è pari a 5 è pari a 30 il lancio di un dado l'insieme dei 5 lanci .
7. La probabilità che una carta da gioco estratta a caso da un mazzo 40 carte napoletane sia un asso è: 1/40 40 1/10 4/10 .
8. Il modello di Gauss consente di: definire la distribuzione della densità di probabilità attraverso la sola conoscenza della media e dello scarto tipo del campione approssimare una poligonale di frequenza ad una curva a campana definire la distribuzione della densità di probabilità attraverso la sola conoscenza della frequenza di accadimento di ciascun evento definire la distribuzione della densità di probabilità di n eventi equiprobabili .
9. Nella curva di Gauss, la forma della curva è definita da: la media del campione lo scarto tipo del campione la mediana del campione non è possibile stabilire la forma della curva con un solo parametro .
10. La curva di Gauss ricavabile dal seguente set di misure (1; 3; 5; 2; 3; 7; 4) presenterà il picco in corrispondenza dell'ascissa: 25 1.2 3 3.6 .
1. La temperatura termodinamica è definita come: l'effetto indotto su una particolare sostanza come variazione di dilatazione lineare il differenziale dell'energia interna rispetto all'entropia (a volume costante) il differenziale dell'entropia rispetto all'energia interna (a volume costante) il differenziale dell'energia interna rispetto all'entropia (a pressione costante) .
2. La scala Celsius: è la sola scala utilizzabile per la misura corretta della temperatura è una delle scale di misura della temperatura che fissa come punti fissi il punto di solidificazione (0°C) e di ebollizione del mercurio (100°C) alla pressione atmosferica è una delle scale di misura della temperatura che fissa come punti fissi il punto di solidificazione (0°C) e di ebollizione dell'acqua (100°C) alla pressione atmosferica è una scala termometrica che va da 0 °C a 100 °C .
3. La temperatura termodinamica: non può essere inferiore a 0 K non può essere inferiore a 0 °C non può essere superiore a 6000 K (temperatura superficiale del sole) può essere inferiore a 0 K .
4. E' opportuno che la scala di temperatura sia definita: rispettando il solo criterio di assolutezza, perché sia metrologicamente adeguata sia definita sulla base dei passaggi di fase dell'acqua sia definita sulla base dei passaggi di fase del mercurio rispettando i criteri di affidabilità e riproducibilità, perché sia metrologicamente adeguata .
5. Nella ITS 90, per la definizione dell'intervallo 3,0 K÷ 24,5561 K: si fa uso di un termometro a gas a volume costante calibrato su tre punti si fa uso della relazione tra temperatura e tensione di vapore di 3He ed 4He si fa uso della legge di Planck della trasmissione del calore si fa uso di termometro a resistenza al platino tarato su determinati punti fissi .
6. Le termoresistenze: rappresentano sensori di temperatura a distanza basati su fenomenologie elettriche rappresentano sensori di temperatura a contatto classico basati su fenomenologie non elettriche rappresentano sensori di temperatura a contatto basati su fenomenologie elettriche rappresentano sensori di temperatura a distanza basati su fenomenologie non elettriche .
7. Un possibile esempio di un problema di trasmissione del calore applicato alla termometria è: l'influenza del meccanismo termico dell'irraggiamento sui sensori di temperatura schermati l'influenza del meccanismo termico dell'irraggiamento sui sensori di temperatura non schermati l'influenza della sensibilità dell'operatore nell'effettuazione della misura l'influenza del meccanismo termico della conduzione sui sensori di temperatura non schermati .
8. Le termocoppie sono dei sensori basati sulle leggi: di Seebeck , Peltier e Tomphson - Lord Kelvin della termoelettricità di Seebeck di Tomphson della trasmissione del calore ed effettuano una misura assoluta della T .
9. I sensori di temperatura a distanza si basano: sulla legge di Stefan Boltzmann sulle leggi di Stefan Boltzmann , di Planck e di Wien sulle leggi di Planck e di Wien sulle leggi dei circuiti termoelettrici .
10. Gli schermi radiativi sono degli schermi che : si utilizzano per proteggere i sensori di T dalla radiazione solare diretta che utilizzano le lavorazioni a specchio per realizzare una emissività nota che utilizzano le lavorazioni meccaniche per ottenere una emissività bassa E<0.1 che utilizzano le lavorazioni meccaniche per ottenere delle rugosità tali da garantire E> 0.9 .
1. Le curve caratteristiche (R-T) di termistori NTC differiscono da quelle delle termoresistenze: perché R varia positivamente all'aumentare di T perché R varia negativamente all'aumentare di T perché R resta costante al variare di T perché R è nullo alla Tcritica .
2. Se, per il controllo di temperatura di un processo industriale, si volesse impiegare un sensore di allarme: sarebbe opportuno scegliere una termocoppia, a causa della brusca variazione di R sopra una temperatura critica sarebbe opportuno scegliere una termoresistenza, a causa della brusca variazione di R sopra una temperatura critica sarebbe opportuno scegliere un termistore a caratteristica PTC a causa della brusca variazione di R sopra una temperatura critica sarebbe opportuno scegliere un termistore a caratteristica NTC a causa della brusca variazione di R sopra una temperatura critica .
3. La curva caratteristica (R-T) di una termoresistenza è definita da: R = R0 (1-aT) dipende dal materiale impiegato per la sua realizzazione R = a e^(b/T) R = R0 (1+aT) .
4. Il collegamento a tre fili di un termometro a resistenza: è utilizzato per risolvere i problemi legati all'influenza sulla misura della resistenza dei fili di collegamento è utilizzato per risolvere i problemi legati all'influenza sulla misura della profondità di immersione del sensore è utilizzato per risolvere i problemi legati all'influenza sulla misura della f.e.m. nei collegamenti è utilizzato per risolvere i problemi legati all'influenza sulla misura della deriva della caratteristica .
5. Per monitorare la temperatura di un dato processo industriale che si svolge in un intervallo di T circa pari a 500 - 750 °C, è opportuno utilizzare: una termoresistenza al Platino Pt10 una termoresistenza al Nichel Ni1000 una termoresistenza al tungsteno W una termoresistenza al rame Cu .
6. Rispetto alle termoresistenze, i termistori presentano le caratteristiche di: basso costo unitario, ma elevato tempo di risposta basso costo unitario e bassa costante di tempo alto costo unitario, ma basso tempo di risposta alto costo unitario ed elevata costante di tempo .
7. Nei termometri "a distanza" il segnale di misura del I stadio è generato: dalle onde elettromagnetiche che trasportano energia anche nel vuoto dalle microonde dalle onde gravitazionali dal calore trasportato per conduzione .
8. Le termocoppie sono dei circuiti termoleletrici e misurano la temperatura in maniera relativa: si no si ma solo per temperature superiori a 0°C no, funzionano solo a temperature inferiori a 0°C .
9. I termometri bimetallici si basano su: la differenza di resistenza elettrica tra metalli e non metalli la radiazione termica che riscalda una sola delle due facce che si dilata la convezione naturale la differente dilatazione termica dei due metalli costituenti il sensore .
10. Per risolvere il problema dell'autoriscaldamento delle termoresistenze: si può effettuare una misura schermando l'elemento sensibile con un opportuno schermo radiativo si può effettuare un collegamento a 3 o 4 fili in luogo del classico collegamento a 2 fili si può effettuare una doppia misura con correnti diverse ed estrapolare i risultati a corrente nulla si può effettuare una doppia misura raffreddando l'elemento sensibile con una corrente di aria .
1. La radiazione elettromagnetica è: l'emissione di onde nel campo dell'irraggiamento termico 0.1 100 micrometri l'emissione di micro onde l'emissione di onde elettromagnetiche con lunghezza d'onda tra 0.1 e 100 micrometri l'emissione in tutte le lunghezza d'onda ed in tutte le direzioni dello spazio di energia .
2. Il corpo nero è un modello termodinamico come il modello di gas perfetto: che permette di quantificare l'energia radiante emessa nel campo da 0.1 a 100 micrometri che permette di quantificare l'energia emessa in tutte le direzioni dell spazio che permette di quantificare l'energia termica emessa in tutte le direzioni dello spazio ed in tutte le lunghezze d'onda che permette di quantificare i contributi radiativi e convettivi di un corpo a temperatura superiore a 0 K .
3. Le leggi di Planck definiscono: come al variare delle lunghezze d'onda varino le quantità di energia radiante emessa come al variare delle lunghezze d'onda varino le quantità di luce emessa come al variare delle temperature varino le lunghezze d'onda delle onde radianti emesse come la radiazione solare vari al variare dei cicli solari .
4. La legge di Wien stabilisce: il valore massimo di emissione nelle lunghezze del visibile il valore della lunghezza d'onda a cui avviene la massima emissione di energia radiante il valore della lunghezza d'onda alla quale l'occhio umano è più sensibile (rosso??) il valore della temperatura massima raggiungibile nello spazio vuoto .
5. La legge di Stefan Boltzmann: è una legge integrale è una legge valida solo per i corpi neri è una legge valida per corpi neri e quantifica la radiazione totale emessa in tutte le direzioni ed in tutte le lunghezze d'onda è una legge che è valida nella sola ipotesi di continuità del mezzo .
6. Il termometro a radiazione si basa: sull'intimo contatto tra l'elemento sensibile e il misurando sulla misura della emissività di un corpo sulla misura della radiazione infrarossa sulla misura della radiazione spettrale o totale emessa da un corpo .
7. La termopila è: un sistema ottico ottenuto collegando in serie un certo numero (10-100) di termocoppie in modo da avere un segnale in tensione sufficientemente elevato un sistema di rilevazione termico ottenuto collegando in serie un certo numero (10-100) di termocoppie in modo da avere un segnale in tensione sufficientemente elevato un sistema di rilevazione fotonico ottenuto collegando in serie un certo numero (10-100) di termocoppie in modo da avere un segnale in tensione sufficientemente elevato un sistema ottico ottenuto con una coppia di termometri a resistenza miniaturizzati .
8. I termometri ottici a filamento scomparente: sono termometri a radiazione monocromatici la cui sensibilità alla lunghezza d'onda é quella di massima dell'occhio umano sono termometri a radiazione monocromatici la cui sensibilità alla lunghezza d'onda é quellanel campo dell'infrarosso sono termometri a radiazione monocromatici la cui sensibilità alla lunghezza d'onda é quellanel campo dell'ultravioletto sono termometri ottici la cui sensibilità alla lunghezza d'onda é quellanel campo dell'infrarosso .
9. I termometri ottici: sono usati per realizzare la scala di temperatura ITS sono usati solo in applicazioni industriali sono usati per realizzare il campione primario della temperatura hanno scarsa accuratezza .
10. I termometri a radiazione bicolore: si basano sull'intimo contatto tra l'elemento sensibile e il misurando si basano sulla misura del rapporto tra la radiazione emessa alla stessa temperatura su due prefissate lunghezze d'onda si basano sulla misura della emissività di un corpo si basano sulla misura della radiazione infrarossa .
1. Nelle curve caratteristiche delle termocoppie: R varia positivamente all'aumentare di T la f.e.m. varia negativamente all'aumentare di T la f.e.m. resta costante al variare di T la f.e.m. varia positivamente all'aumentare di T .
2. Per la seconda legge dei circuiti termoelettrici (dei metalli intermedi): se un terzo metallo è inserito nel circuito e le estremità di tale metallo sono tenute isobare non si verificano variazioni di f.e.m. la somma algebrica delle f.e.m. in un circuito costituito da un numero qualsiasi di metalli diversi è nulla se tutto il circuito è isotermo il prodotto delle f.e.m. in un circuito costituito da un numero qualsiasi di metalli diversi è nulla se tutto il circuito è isotermo se un terzo metallo è inserito nel circuito e le estremità di tale metallo sono tenute isoterme si verificano variazioni di f.e.m. .
3. Un giunto caldo a massa di una termocoppia: presenta il vantaggio di essere parzialmente protetto da agenti esterni presenta lo svantaggio di essere parzialmente protetto da agenti esterni presenta lo svantaggio di un rapido deterioramento se esposto ad agenti corrosivi è costruito in modo tale da essere completamente isolato dal pozzetto termometrico .
4. Una termocoppia tipo B è costituita da: Platino Rodiato 30% / Platino Rodiato 6% Chromel (90% Ni, 10% Cr) /Alumel (94%Ni, 3%Mn, 2%Al, 1%Si) Platino Rodiato 60% / Platino Rodiato 3% Rame e Costantana .
5. Una termocoppia tipo T è costituita da: Platino Rodiato 30% / Platino Rodiato 6% Chromel (90% Ni, 10% Cr) /Alumel (94%Ni, 3%Mn, 2%Al, 1%Si) Platino Rodiato 60% / Platino Rodiato 3% Rame e Costantana .
6. La legge gi Peltier descrive: l'assorbimento o la cessione di calore Qp che avviene in un giunto di metalli diversi attraversato da una corrente I l'assorbimento o la cessione di calore Qp che avviene in un filo metallico attraversato da una corrente I la potenza termica disperda per effetto Joule in un filo metallico attraversato da una corrente I la forza elettromotrice f.e.m. che si genera ai capi di un giunto di metalli diversi .
7. Un giunto caldo esposto di una termocoppia: presenta il vantaggio di essere parzialmente protetto da agenti esterni presenta lo svantaggio di essere parzialmente protetto da agenti esterni presenta lo svantaggio di un rapido deterioramento se esposto ad agenti corrosivi è costruito in modo tale da essere completamente isolato dal pozzetto termometrico .
8. Le performance metrologiche delle termocoppie di tipo T per il monitoraggio di un processo industriale con range di temperatura -50/+50 °C: non possono ritenersi soddisfacenti possono ritenersi soddisfacenti sono scarse non sono paragonabili a quelle delle termocoppie di tipo K .
9. Le termocoppie sono: sensori di temperatura a distanza trasduttori passivi, capaci di generare una f.e.m. per effetto termoelettrico trasduttori attivi, capaci di generare una f.e.m. per effetto termoelettrico sensori di temperatura basati su fenomenologie di tipo non elettrico .
10. Le performance metrologiche delle termocoppie di tipo Pt Rh/ Pt per il monitoraggio di un processo industriale con range di temperatura -50/+50 °C: non possono ritenersi soddisfacenti possono ritenersi soddisfacenti sono scarse non sono paragonabili a quelle delle termocoppie di tipo K .
1. Riguardo alle unità di misura SI della pressione: il Pa è l'unità di misura ed il bar è un unità ammessa il Pa è l'unica unità il bar è l'unica unità il Pa è una unità derivata .
2. La pressione relativa e la pressione assoluta sono due termini che si equivalgono: no, il relativo e l'assoluto sono attributi che indicano se il mezzo è continuo sì, nel senso che entrambe sono dimensionalmente delle pressioni o forze per unità di superficie no, si devono sommare sì, indicano entrambi delle sovrapressioni .
3. Nell'affermazione "Nelle applicazioni ingegneristiche, la pressione copre X decadi", X è: 10 16 22 >7 .
4. Il principio di Pascal indica che la pressione è uniforme in tutte le direzioni: sì no, vale solo nelle applicazioni scientifiche o ingegneristiche in quelle mediche la dizione corretta è pressione laterale sì, se vale l'ipotesi del continuo no .
5. La pressione relativa, che di norma si misura in bar, è: la sovrappressione rispetto alla pressione atmosferica 1.013 bar la sovrappressione rispetto al valore di 1 bar la somma di pressione atmosferica e pressione assoluta la pressione misurata più la pressione relativa .
6. Le perturbazioni atmosferiche sono determinate: dalla rotazione terrestre dalla rotazione terrestre e dall'effetto Coriolis dai gradienti di pressione, dalla rotazione terrestre e dall'effetto Coriolis dalle rotazioni tipo swirl, dalla rotazione terrestre e dalla traslazione nell'orbita ellittica .
7. Lo strato limite è conseguenza: dell'interazione termofluidodinamica tra parete solida e fluido in moto dell'interazione termodinamica tra solido e fluido in moto della continuità del mezzo della rotazione del fluido nel mezzo .
8. Il teorema di Bernouilli vale: per fluidi newtoniani per fluidi newtoniani in moto unidimensionale stazionario per fluidi newtoniani in moto unidimensionale, stazionario ed incomprimibile per fluidi in moto unidimensionale .
9. I raddrizzatori di flusso funzionano come degli artifici fluidodinamici: per ridurre le lunghezze di imbocco per ridurre le interazioni fluidodinamiche tipo swirl per ridurre le lunghezze di imbocco in presenza di gomiti, gomiti spaziali , doppi gomiti, valvole di regolazione e scie vorticose per ridurre i rumori aerodinamici .
10. Se il mio barometro a capsula aneroide segna gran secco: la pressione assoluta è 760 mmHg la pressione assoluta è 740 mmHg la pressione relativa è > 0 la pressione assoluta è all'incirca 780 mmHg .
1. Il micromanometro di Prandtl può essere classificato come: un sensore di pressione differenziale a trasduzione meccanica basato sulla legge di Stevino un sensore di pressione differenziale a trasduzione elettrica un sensore di pressione basato su fenomenologie idrauliche un sensore di pressione differenziale a trasduzione meccanica basato sulla legge di Prandtl .
2. Il micromanometro di Prandtl è utilizzato: in attività di travaso tra contenitori isotermi in misure di piccole pressioni differenziali nelle misure di grandi pressioni differenziali nella misura della pressione assoluta .
3. I manometri si differenziano dai trasduttori di pressione: perché misurano la pressione assoluta perché misurano la pressione relativa perché hanno campi di misura maggiori perché il loro sistema di rivelazione del segnale di misura è elettrico e digitalizzabile .
4. Le unita di misura ammesse nell'SI sono solo: i Torr i bar i bar e i Torr kg/cm^2 .
5. La misura del vuoto è una misura di pressione assoluta: sì sì, se ricavo il valore della pressione sottraendo dal valore di riferimento di 760 mmHg =760 Torr il valore di 1.013x10^5 Pa no sì, se sottraggo al valore di riferimento 1kg/cm^2 .
6. Nel collegamento tra manometro e tubazione di misura: bisogna stare attenti alla formazione di eventuali condense bisogna solo stare attenti alla posizione della presa che deve essere in alto bisogna solo stare attenti ai tubi di collegamento che debbono essere flessibili bisogna stare attenti alla posizione della presa che deve capitare in basso .
7. I campi di misura (range) dei manometri a tubo di Bourdon risentono: della forma del tubo a C , ad elica etc della forma e della sezione retta del tubo della presenza di condensa della ipotesi di continuità del mezzo .
8. Le incertezze tipiche dei sensori ad elemento elastico deformabile: sono dell'ordine di +/- 2% sono dell'ordine di 10^(-9) solo per i tubi bourdon sono dell'ordine di 10^(-9)- 10^(- 12) sono dell'ordine di 10^(-12) solo per le membrane ed i soffietti .
9. I tempi caratteristici dei sensori ad elemento elastico deformabile: sono critici nel caso di misura di campi pulsanti sono critici nel caso di misura del vuoto sono critici nel caso di misura della pressione relativa sono critici nel caso di campi pulsanti con frequenze uguali ai valori delle frequenze di risonanza dei sensori .
10. Nelle casse dei manometri e dei trasduttori di pressione sono sempre presenti dei fori di comunicazione con l'ambiente esterno: sì no solo nei manometri solo nei trasduttori .
1. I trasduttori di pressione: sono diversi dai manometri non sono diversi dai manometri sono sostanzialmente uguali ai manometri tranne nel loro secondo stadio, che nei trasduttori è elettrico e nei manometri è meccanico sono sensori di pressione .
2. I trasduttori a variazione di mutua riluttanza: non esistono sono utilizzati nei range di elevate pressioni sono utilizzati nei range di basse pressioni sono utilizzati nel vuoto .
3. I trasduttori capacitivi sono classificabili come trasduttori a resistenza variabile: no sì sì, solo nel caso di estensimetri montati su travi a sbalzo sì, solo nel caso di potenziometri .
4. I trasduttori a mutua induttanza: sono molto costosi e temono le temperature elevate sono facili da realizzare e si utilizzano per le misure di pressione assoluta sono sensori di pressione relativa sono molto diffusi nelle applicazioni industriali ed hanno incertezze non elevate .
5. I tempi di risposta degli elementi sensibili utilizzati nei trasduttori devono: essere grandi in confronto alle variazioni bariche essere diversi dalle frequenze di risonanza dei sensori elastici deformabili essere diversi dai tempi di risposta dei manometri a pari range di misura non devono superare il 30% del sel sovra carico .
6. I collegamenti tra traduttori ed impianti: devono essere realizzati con materiale deformabile ed elastico devono essere realizzati con rame ricotto devono essere realizzati con rame ricotto e gomma devono essere realizzati con tubi rigidi .
7. I collegamenti tra trasduttori ed impianti: devono prevedere prese di pressione situate in alto nelle tubazioni orizzontali devono prevedere prese di pressione in basso nelle tubazioni orizzontali devono prevedere prese di pressione situate in alto, tubazioni deformabili ed avvolte su se stesse a mo' di cerchio devono prevedere fori di ventilazione .
8. I trasduttori di pressione capacitivi: temono la presenza di umidità relativa UR superiore al 50% temono la presenza di umidità relativa UR superiore al 50% ed inferiore al 20% sono adatti ai luoghi umidi non sono stabili nei cicli termoigrometrici .
9. I trasduttori a resistenza variabile: si realizzano collegando il cursore di una bobina elettrica con un ponte di Wheatstone si realizzano collegando il cursore di una bobina magnetica con un elemento elastico deformabile si realizzano con un filo di platino teso ad un estremo e l'altro collegato all'elemento elastico deformabile si realizzano con un filo di rame intrecciato e ritorto .
10. I trasduttori di differenza di pressione: si utilizzano anche per la misura della pressione differenziale si utilizzano per misurare le differenze di pressione che in fluidodinamica determinano i flussi si utilizzano nel vuoto non possono essere utilizzati nel vuoto .
1. Il tubo di Pitot a doppia camicia è: un artificio termofluidodinamico un artificio fluidodinamico un metodo di misura della pressione totale un metodo di misura della pressione statica .
2. L'anemometro a filo caldo è: un artificio termofluidodinamico un artificio fluidodinamico un metodo di misura della pressione totale un metodo di misura della pressione statica .
3. Il teorema di Bernouilli: vale per flussi intubati ed incomprimibili vale per flussi isotermi vale per flussi unidimensionali stazionari incomprimibili vale per flussi unidimensionali stazionari incomprimibili e fluidi newtoniani .
4. I tubo di Pitot può essere singolo o a doppia camicia: no, può essere anche a tre camicie no, può essere solo a singola camicia sì, e si utilizza solo nei flussi intubati se a doppia camicia sì, e si utilizza solo nei flussi liberi se a doppia camicia .
5. L'anemometro a filo caldo ha come sensore un filo sottile: sì no sì e si utilizza solo nei gas sì e si utilizza solo nei liquidi .
6. Per la realizzazione del naso di un tubo di Pitot si preferisce la geometria: piatta semisferica ellissoidale sferica .
7. Nel calcolo dell'incertezza di un tubo di Pitot, l'incertezza di misura dell'elemento sensibile elastico che si deforma: va composta con l'incertezza del tubo di Pitot rientra nell'incertezza prestazionale globale và composta e calcolata di volta in volta al variare di Reynolds và valutata al variare del Mach .
8. I tubi di Pitot vanno tarati: in ogni caso mai solo se immersi in fluidi newtoniani solo se immersi in aria .
9. Se il fluido di misura è sporco: è possibile utilizzare un anemometro a filo caldo se il filo e la forchetta sono chimicamente compatibili non è possibile utilizzare un anemometro a filo caldo perchè l'interazione fisica specie con il filo ne determina la rottura è possibile utilizzare un anemometro a filo caldo se il filo è di tungsteno non è possibile utilizzare un anemometro a filo caldo perchè la sporcizia e le lunghe catene o sfilacci si attaccano al filo .
10. La misura della differenza di pressione determina un dato più preciso della velocita di efflusso se si utilizza: un Pitot con qualsiasi incertezza un Pitot con incertezze < +/- 1% una wall tap un anemometro a filo caldo con incertezze << 1% .
1. I misuratori a diaframma sono normalizzati: sì, e non richiedono taratura no, devono comunque essere tarati sì, ma vanno tarati solo a livello nazionale con norme UNI .
2. I misuratori a boccaglio: sono caratterizzati da minori perdite di carico rispetto ai diaframmi e maggiori rispetto ai venturi e vanno tarati non sono normalizzati sono caratterizzati da maggiori perdite di carico rispetto ai diaframmi e maggiori rispetto ai venturi sono caratterizzati da minori perdite di carico rispetto ai diaframmi e maggiori rispetto ai venturi .
3. I misuratori a tubo venturi: hanno una lunghezza molto minore dei diaframmi e dei boccagli hanno una lunghezza molto maggiore dei diaframmi e dei boccagli hanno una lunghezza uguale a quella dei diaframmi e dei boccagli funzionano anche con il moto a canaletta .
4. Le interazioni di impianto: comprendono gli swirl ma non i fenomeni di cavitazione comprendono anche il verificarsi di swirl non comprendono il verificarsi swirl perché la sensibilità agli swirl è solo delle turbine comprendono tutte le fenomenologie viscose .
5. Il moto unidimensionale stazionario incomprimibile è un modello: solo termofluidodinamico sia fluidodinamico che termofluidodinamico solo fluidodinamico dinamico tempovariante .
6. La rangeability dei misuratori di portata è: il rapporto tra la portata minima e quella massima che non dipende dal campo di misura un parametro tipico dei soli misuratori a pressione differenziale il rapporto tra la portata minima e quella massima che dipende anche dal campo di misura il rapporto tra la portata minima e quella massima che dipende dalla comprimibilità del moto .
7. L'incertezza dei diaframmi: è pari al 3% è pari al 3% (con fattore di copertura z=2) è funzione del sensore di differenza di pressione è il valore tipico di taratura .
8. I misuratori Energy Additive, di norma: non determinano forti perdite di carico determinano forti perdite di carico non determinano forti perdite di carico ma hanno piccola rangeability determinano forti perdite di carico in dipendenza dalle differenti particolarizzazioni .
9. La viscosità dinamica: determina interazioni di impianto molto forti, solo per fluidi non newtoniani esalta le interazioni di impianto solo in termini relativi non è influente sulle misure di portata nei fluidi esalta le interazioni di impianto .
10. L'incertezza della misura di delta p nei diaframmi: è molto alta (dell'ordine del 3%) va composta con l'incertezza prestazionale fornita dalle norme non va composta con l'incertezza prestazionale fornita dalle norme è tanto piccola da poter essere trascurata .
1. I misuratori di portata ad area variabile: sono anche detti rotametri perché i loro galleggianti grazie a delle specifiche scanalature ricavate sulla loro superfice ruotano mantenendosi al centro della sezione di misura sono anche detti rotametri perché grazie a delle scanalature realizzate sulla loro superficie laterale assumono nella misura un moto rotatorio assiale che generando una scia vorticosa li mantiene al centro del tubo divergente di misura sono anche detti rotametri perché ruotano sono anche detti rotametri perché ruotano e si muovono verticalmente ad elica .
2. I misuratori ad area variabile hanno: incertezza +/- 2% incertezza+/- 5%FS incertezza +/- 2% FS e rangeability 10:1 incertezza +/- 2% e rangeability 10:1 .
3. I rotametri sono gli unici strumenti fail safe: no si sì, ma solo per usi medicali sì, ma solo se sono tarati .
4. Le norme ASTM 53B e ASTM 54B: sono norme specifiche per il settore della qualità delle misure sono quelle da utilizzare per correggere la dilatazione del volume di liquido misurato al variare della pressione sono quelle da utilizzare per correggere la dilatazione del volume di liquido misurato al variare della temperatura sono norme specifiche utilizzate per tarare i contatori volumetrici .
5. Il volume totale visualizzato da un contatore volumetrico è pari a: il prodotto del volume ciclico per il numero di cicli del rotore il rapporto del volume ciclico per il numero di cicli del rotore la somma algebrica delle portate effluite nella camera di misura il prodotto dell'area della sezione, per la densità del fluido .
6. I contatori volumetrici: sono Energy Additive vengono usati solo per la misura delle portate di fluidi petroliferi sono di tipo non-intrusivo sono Energy Extractive .
7. Quando si effettua una misura di portata volumetrica, bisogna tenere in particolare considerazione: il campo fluidodinamico in cui si effettua la misura gli effetti di eventuali campi elettromagnetici presenti nel campo di misura gli effetti della pressione sulla dilatazione del volume del fluido misurato gli effetti della temperatura sulla dilatazione del volume del fluido misurato .
8. Un contatore volumetrico a pistone rotante: viene utilizzato per la misura delle portate volumetriche di gas naturale viene utilizzato per la misura delle portate volumetriche di liquidi petroliferi fortemente viscosi determina il volume ciclico dalla somma del volume compreso tra anello e cassa esterna e del volume compreso tra anello e cassa interna determina il volume ciclico dalla somma delle rotazioni di un rotore palettato .
9. I rotametri: vengono utilizzati per la misura delle portate volumetriche di gas naturale vengono utilizzati per la misura delle portate volumetriche di acqua negli acquedotti vengono utilizzati per la misura di grandi portate volumetriche di liquidi in applicazioni medicali vengono utilizzati per la misura di piccole portate volumetriche di liquidi in applicazioni medicali .
10. Le possibili tecnologie costruttive degli elementi di misura nei contatori volumetrici sono: a pistone rotante, a turbina, a lobi, a tri-rotori, a bi-rotori, vortex a pistone rotante, a palette, a lobi, a tri-rotori, a bi-rotori, a disco nutante a turbina, elettromagnetici, ad ultrasuoni, ad area variabile, a pressione differenziale tecnologie energy extractive ed energy additive .
1. I misuratori di portata a turbina: temono i fluidi caldi sono adatti per misure di fluidi caldi fino a 300 °C non temono i fluidi caldi temono i fluidi caldi, se sono tarati .
2. I misuratori di portata a turbina: hanno rangeability fino a 20:1 hanno rangeability fino a 10:1 hanno rangeability fino a 100:1 temono velocità di rotazione del rotore superiore al 30% del massimo numero di giri .
3. I misuratori di portata a turbina richiedono tratti di tubazione rettilinei: no, basta che vengano montati a monte dei raddrizzatori sì e 40 diametri a monte del misuratore no, temono solo gli swirl sì e richiedono anche la presenza di raddrizzatori di flusso e di tratti rettilinei a valle seppur limitati .
4. I misuratori di portata a turbina possono essere assiali o radiali: no, la configurazione corretta è quella assiale sì, entrambe le soluzioni sono percorribili, quelle con turbina radiale sono tipiche delle applicazioni acquedottistiche le turbine assiali sono per i liquidi e quelle radiali sono per i gas no, la configurazione corretta è quella radiale .
5. I misuratori di portata a turbina: temono fluidi erosivi perché l'azione erosiva danneggia sia la forma dei profili che i cuscinetti non temono fluidi erosivi perché non hanno componentistica delicata temono i fluidi a bassa viscosità temono i fluidi a bassa pressione .
6. I misuratori di portata a turbina: possono essere utilizzati con fluidi in passaggio di fare liquido-vapore non temono le bolle da condensazione poiché queste non influiscono sulla misura temono le bolle da condensazione ed è opportuno che prima del misuratore nella condotta di misura ci sia una valvola degassatrice possono essere utilizzati con fluidi in passaggio di fare liquido-solido .
7. I misuratori di portata a turbina: sono normalizzati in campo metrologico-legale non sono normalizzati in campo metrologico-legale non sono normalizzati in nessun caso non possono essere utilizzati per transazioni economiche .
8. I misuratori di portata a turbina: temono le alterazioni del campo fluidodinamico di tipo swirl, in quanto la presenza di swirl modifica lo stato termodinamico del fluido temono le alterazioni del campo fluidodinamico di tipo swirl, in quanto la presenza di swirl modifica la velocità media del fluido non temono le alterazioni del campo fluidodinamico di tipo swirl sfruttano la formazione di vortici nell'interazione liquido-interfaccia solida come principio di misura .
9. La scelta di un misuratore di portata a turbina in presenza di un fluido corrosivo: deve ricadere su versioni basate sul rame che posso lavorare in presenza di corrosione può ricadere su qualsiasi tecnologia costruttiva deve ricadere su versioni basate su acciaio dolce che posso lavorare in presenza di corrosione deve ricadere su versioni basate su acciaio al cromo che posso lavorare in presenza di corrosione .
10. Il fattore K nei misuratori di portata a turbina: è costante per flussi in regime turbolento e non elevato numero di Reynolds è sempre costante non è costante non viene fornito dal costruttore e deve essere determinato effettuando una taratura dello strumento .
1. I misuratori di portata a vortici: hanno incertezze tipiche del +/- 2% e rangeability di 20:1 se a monte sono installati raddrizzatori di flusso hanno incertezze tipiche del +/- 2% e rangeability di 20:1 hanno incertezze tipiche del +/- 2% e rangeability di 10:1 hanno incertezze tipiche del +/- 5% e rangeability di 10:1 .
2. I misuratori di portata a vortici si basano: sulla scia di vortex di Karman e sono classificabili non intrusivi se sono nella versione ad inserzione sulla scia di vortex di Karman e quindi sono EE (Energy Estractive) e non richiedono un moto unidimensionale stazionario sul principio di Bernoulli sul principio di Faraday e per questo sono misuratori Energy Additive .
3. La generazione dei vortici misuratori di portata fluidodinamici: deve essere corretta con raddrizzatori di flusso montati a valle del misuratore avviene a causa delle forze di inerzia agenti nello strato limite turbolento a distanza dal corpo immerso determina l'incertezza di misura avviene a causa delle forze di attrito superficiali agenti sullo strato limite del fluido in prossimità del corpo immerso .
4. La forma del corpo di un generatore di vortici: deve avere la minima tendenza alla dissolvenza deve avere la massima tendenza alla dissolvenza deve avere la minima resistenza aerodinamica (corpo affusolato) deve avere la massima resistenza aerodinamica (corpo tozzo) .
5. La barra a sezione trapezoidale nei misuratori fluidodinamici: è preposta alla generazione di vortici e progettata per garantire la minima generazione di vortici secondari è il trasduttore di segnale è preposta alla generazione di vortici e progettata per garantire la massima generazione di vortici secondari rappresenta il terzo stadio della catena di misura .
6. La dissolvenza nei misuratori di portata fluidodinamici: determina incertezze dell'ordine del 2/3% è una variazione della dimensione del vortice tale da provocare una diminuzione dell'ampiezza del segnale a livelli inaccettabili è una variazione della frequenza del vortice tale da provocare una diminuzione dell'ampiezza del segnale a livelli inaccettabili è una variazione della intensità del vortice tale da provocare una diminuzione dell'ampiezza del segnale a livelli inaccettabili .
7. La frequenza di generazione di vortici nei misuratori di portata fluidodinamici: è funzione della sola temperatura del fluido è sempre funzione della sola velocità del fluido è funzione della sola velocità del fluido in un ben definito campo di Re (2 x 10^(6)-7 x 10^(13)) tale da garantire un elevato numero di Strouhal è funzione della sola velocità del fluido in un ben definito campo di Re (2 x 10^(4)-7 x 10^(6)) tale da garantire la costanza del numero di Strouhal .
8. L'accuratezza tipica dei misuratori di portata fluidodinamici: varia tra 0,75%VL a 1,5%VL, con una ripetibilità non inferiore allo 0,2%VL, ed una rangeability fino a 40:1 in condizioni particolari varia tra 0,75%VL a 1,5%VL, con una ripetibilità non inferiore allo 0,2%VL, ed una rangeability pari a 40:1 è scarsa, infatti sono poco utilizzati in applicazioni industriali è influenzata da eventuali fluttuazioni dello zero, dall'ampiezza degli impulsi o dalla sensibilità dei sensori .
9. Tra le specifiche di installazione dei misuratori di portata fluidodinamici vi è: utilizzare versioni con circuito elettronico separato, quando la temperatura del fluido è inferiore a 300 °C, o superiore a -40 °C utilizzare raddrizzatori di flusso a monte del misuratore utilizzare versioni con circuito elettronico separato, quando la temperatura del fluido è inferiore a -40 °C, o superiore a 300 °C utilizzare per l'applicazione su fluidi bifasi o multifasi .
10. I misuratori di portata a vortice temono le vibrazioni di impianto: no sì, perché i sensori di vortice sentono anche le vibrazioni e non riescono a distinguere se il segnale generato è attribuibile al flusso no, se viene utilizzato del materiale vibroassorbente tra il misuratore e la tubazione solo se non sono tarati .
1. I misuratori di portata magnetici funzionano: solo con fluidi conduttivi > 5 micro siemens e non funzionano per i gas e le benzine funzionano con qualsiasi tipo di fluido funzionano solo per gas e benzine solo con fluidi conduttivi < 5 micro siemens .
2. I misuratori di portata magnetici: temono fluidi caldi non temono fluidi caldi sono indicati per fluidi caldi fino a T di 150 °C sono indicati per fluidi caldi fino a T di 250 °C .
3. I misuratori di portata magnetici: hanno incertezze tipiche di +/-0.1% e rangeability di 20:1 hanno incertezze tipiche di +/-0.5% e rangeability di 10:1 hanno incertezze tipiche di +/-5% e rangeability di 10:1 hanno incertezze tipiche di +/-0.5% e rangeability di 20:1 .
4. I misuratori di portata magnetici: essendo EA, non richiedono alimentazioni con potenze proporzionali al diametro della tubazione essendo EA, richiedono alimentazioni con potenze proporzionali al diametro della tubazione e per aumentarne la precisione e la rangeability esistono versioni con campi magnetici "conformati" essendo EE, richiedono alimentazioni con potenze proporzionali al diametro della tubazione e per aumentarne la precisione e la rangeability esistono versioni con campi magnetici "conformati" essendo EE, hanno elevata accuratezza e precisione .
5. I misuratori di portata magnetici: temono fluidi sporchi e con bolle di condensazione non temono fluidi sporchi e con bolle di condensazione temono fluidi molto viscosi temono più le bolle che il particolato .
6. I misuratori di portata magnetici: sono bidirezionali sono monodirezionali sono bidirezionali e funzionano solo con portate pulsanti sono monodirezionali e bisogna evitare portate pulsanti .
7. Tra le prescrizioni di installazione dei misuratori di portata magnetici vi è: utilizzare un degasatore consigliare l'installazione ad una distanza inferiore ai 3÷5 D da organi che causano turbolenze evitare l'installazione ad una distanza inferiore ai 3÷5 D da organi che causano turbolenze esporre lo strumento ad irraggiamento solare diretto .
8. I misuratori di portata magnetici basano il proprio principio di funzionamento: alla propagazione di onde elettronetiche attraverso un fluido in moto sulla diretta proporzionalità tra la forza elettromotrice e generata da da un conduttore in moto in un campo magnetico, con l'intensità del campo magnetico B, la lunghezza del conduttore L ed alla velocità d spostamento v sulla legge di Bernoulli sulla inversa proporzionalità tra la forza elettromotrice e generata da da un conduttore in moto in un campo magnetico, con l'intensità del campo magnetico B, la lunghezza del conduttore L ed alla velocità d spostamento v .
9. I misuratori di portata magnetici: sono di tipo NI, EE hanno un costo standard fisso indipendente dal diametro della tubazione hanno costi proporzionali al diametro di tubazione, ma non richiedono potenze elevate hanno costi proporzionali al diametro di tubazione e richiedono anche potenze elevate .
10. I misuratori di portata magnetici: necessitano di taratura in campo non sono assolutamente sensibili a dissimmetrie nel profilo di velocità effettuano una misura dipendente dalla natura e dallo stato del fluido non necessitano di taratura in campo .
1. I misuratori di portata ad ultrasuoni possono essere realizzati: con la sola tecnologia del tempo di transito TOF con la sola tecnologia dell'effetto Doppler con due diverse tecnologie: quella del Tempo di Volo o di transito TOF (fluidi puliti) o quella dell'effetto Doppler (fluidi sporchi) con due diverse tecnologie: quella del Tempo di Volo o di transito TOF (fluidi sporchi) o quella dell'effetto Doppler (fluidi puliti) .
2. I misuratori di portata volumetrica ad ultrasuoni TOF hanno: incertezze tipiche del +/-1% incertezze tipiche del +/-2% incertezze tipiche del +/-5% incertezze tipiche del +/-0.1% .
3. I misuratori di portata volumetrica ad ultrasuoni TOF hanno: richiedono tratti rettilinei a monte e a valle richiedono tratti rettilinei a monte richiedono tratti rettilinei a valle non richiedono tratti rettilinei a monte e a valle .
4. I misuratori di portata volumetrica ad ultrasuoni: se realizzati nella versione "wetted" il cristallo piezoelettrico non viene a contatto con il fluido non possono essere realizzati nella versione "wetted" non possono essere realizzati in versioni clamp-on possono essere realizzati in versioni clamp-on .
5. I misuratori di portata volumetrica ad ultrasuoni: si basano sull'effetto Doppler si basano sulla propagazione di onde di pressione a frequenze paragonabili (~10 MHz) a quelle udibili dall'orecchio umano si basano sulla propagazione di onde di pressione a frequenze inferiori (~ 0.020÷20 kHz) a quelle udibili dall'orecchio umano si basano sulla propagazione di onde di pressione a frequenze superiori a quelle udibili dall'orecchio umano .
6. I misuratori di portata volumetrica ad ultrasuoni: non sono adatti a fluidi ad elevata temperatura sono monodirezionali temono fluidi freddi sono adatti a fluidi ad elevata temperatura .
7. I misuratori di portata volumetrica ad ultrasuoni ad effetto Doppler: temono fluidi sporchi la composizione della velocità delle particelle sospese, con la velocità di propagazione delle onde, determina nell'onda riflessa una variazione di frequenza Df non sono realizzabili nella versione "clamp-on" misurano il tempo di propagazione t delle onde ultrasonore dal trasmettitore al ricevitore, posizionati su opposte pareti a distanza L e direzione obliqua e prefissata rispetto alla direzione del moto .
8. I misuratori di portata volumetrica ad ultrasuoni TOF non funzionano con fluidi puliti la composizione della velocità delle particelle sospese, con la velocità di propagazione delle onde, determina nell'onda riflessa una variazione di frequenza Df non sono realizzabili nella versione "clamp-on" misurano il tempo di propagazione t delle onde ultrasonore dal trasmettitore al ricevitore, posizionati su opposte pareti a distanza L e direzione obliqua e prefissata rispetto alla direzione del moto .
9. Nei misuratori di portata volumetrica ad ultrasuoni: la vibrazione del cristallo trasmettitore viene direttamente tradotta in un segnale elettrico proporzionale diminuendo il rapporto l/dC diminuisce l'efficienza del trasmettitore l'applicazione di una d.d.p. su un cristallo trasmettitore ne induce la vibrazione che si propaga attraverso il fluido raggiungendo il cristallo ricevente si può aumentare a piacimento il diametro del cristallo per ottenere un incremento dell'efficienza del trasmettitore .
10. I misuratori di portata volumetrica ad ultrasuoni sono del tipo: Energy Extractive, Intrusive Energy Extractive, Non-Intrusive Energy Additive, Intrusive Energy Additive, Non-Intrusive nella versione clamp-on .
1. I misuratori massici ad effetto Coriolis si basano su: un principio della meccanica razionale cioè la biortogonalità tra velocita del fluido w velocità e angolare w un principio della meccanica razionale cioè la triortogonalità tra velocita del fluido w velocità angolare w e velocità di rotazione torsionale r, per questo la misura indipendente dalla natura e dal regime di moto del fluido un principio della meccanica razionale cioè la triortogonalità tra velocita del fluido w velocità angolare w e velocità di rotazione torsionale r, per questo la misura dipendente dalla natura e dal regime di moto del fluido un principio della meccanica razionale cioè la triortogonalità tra velocita del fluido w velocità angolare w e velocità di rotazione torsionale r, per questo la misura indipendente dal verso di rotazione .
2. I misuratori massici ad effetto Coriolis: hanno un incertezza tipica di +/- 1% ed una rangeability di 20:1 hanno un incertezza tipica di +/- 0.4% ed una rangeability di 20:1 e la misura è dipendente dalla natura del fluido impasti, inchiostri, pulp cellulosa etc hanno un incertezza tipica di +/- 4% ed una rangeability di 10:1 hanno un incertezza tipica di +/- 0.4% ed una rangeability di 20:1 e la misura è indipendente dalla natura del fluido impasti, inchiostri, pulp cellulosa etc .
3. I misuratori massici ad effetto Coriolis: non funzionano per i gas funzionano per i gas a pressioni superiori a 60 bar funzionano solo per i gas ideali funzionano solo per i gas reali .
4. I misuratori massici ad effetto Coriolis: non richiedono tratti rettilinei a monte e a valle del misuratore richiedono tratti rettilinei a monte e a valle del misuratore non sono adatti alla misura di flussi bidirezionali hanno un ridotto campo di misura .
5. Nei misuratori massici ad effetto Coriolis: la misura è completamente indipendente dalle proprietà del fluido la misura dipende dalla natura del fluido al variare della temperatura variano le proprietà elastiche dei tubi risonanti gemelli al variare della pressione del fluido variano le proprietà elastiche dei tubi risonanti gemelli .
6. Nelle più recenti versioni dei misuratori massici ad effetto Coriolis: la misura viene realizzata per mezzo di un tubo ad U attraverso il quale viene fatto scorrere il fluido le perdite di carico possono essere trascurate tubi risonanti gemelli vibrano in controfase bilanciando dinamicamente il sistema e riducendo le perdite di carico tubi risonanti gemelli vibrano in fase per effettuare un bilanciamento di sistema .
7. I misuratori massici Coriolis a tubi dritti risonanti (ad esempio le corde di un vilino): non sono scovolinabili non sono indicati in applicazioni industriali per la misura di fluidi molto viscosi (vedi Nutella) sono indicati in applicazioni industriali per la misura di fluidi molto viscosi (vedi Nutella) poiché sono scovolibabili sono indicati in applicazioni industriali per la misura di fluidi in passaggio di fase .
8. I misuratori massici ad effetto Coriolis: hanno perdite di carico trascurabili hanno perdite di carico molto elevate (dell'ordine di 10 bar per portate di 1 kg/s) sono Energy Additive hanno perdite di carico molto elevate solo nella configurazione ad U .
9. Nei misuratori massici ad effetto Coriolis: la misura è indipendente dal campo di moto del fluido la misura è dipendente dal campo di moto del fluido il campo di moto del fluido va valutato accuratamente prima di scegliere il misuratore si richiedono tratti rettilinei a monte del misuratore .
10. I misuratori massici ad effetto Coriolis: hanno una bassa precisione sono poco costosi non sono sensibili alle vibrazioni di impianto sono sensibili alle vibrazioni di impianto .
1. Il principio di funzionamento dei misuratori di portata massici termici si basa su: la legge di Faraday la legge di King la legge di Coriolis la legge di Thomson .
2. I misuratori di portata massici termici ad inserzione e/o in linea: possono essere basati su metodologie a potenza costante e temperatura differenziale costante sono basati su metodologie a potenza costante sono basati su metodologie a temperatura differenziale costante sono di tipo Energy Additive .
3. l misuratori di portata massici termici: possono misurare direttamente la massa dei gas attraverso la conoscenza della sola temperatura possono misurare direttamente la massa dei gas attraverso la conoscenza della sola pressione possono misurare direttamente il volume dei gas attraverso la conoscenza della sola temperatura possono misurare direttamente il volume dei gas attraverso la conoscenza della sola pressione .
4. Nei misuratori di portata massici termici a circuito capillare: la portata del fluido nel capillare è determinata sulla base della misura del numero di rotazioni di un rotore palettato posto nel capillare stesso non sono necessari condizionatori di flusso il flusso nel capillare deve essere turbolento la portata del fluido nel capillare è determinata sulla base della misura della differenza di temperatura, noti che siano: la potenza in ingresso, le caratteristiche del misuratore, il calore specifico e le perdite per conduzione .
5. Uno dei problemi associati all'uso dei misuratori di portata massici termici è: la dipendenza delle proprietà del fluido dalla composizione del fluido stesso l'utilizzo di parti in movimento che determina forti perdite di carico la necessità di effettuare correzioni di temperatura o pressione un basso rapporto di turndown .
6. La presenza di due sensori di temperatura nei misuratori di portata massici termici: non è richiesta è necessaria per la determinazione della portata massica attraverso il bilancio di energia è necessaria solo se il fluido di misura è un gas è necessaria solo se il fluido di misura è un liquido .
7. l misuratori di portata massici termici: hanno un basso rapporto di turndown hanno scarsa accuratezza hanno alte perdite di carico hanno basse perdite di carico permanenti .
8. Nei misuratori di portata massici termici: non occorre conoscere accuratamente le proprietà del fluido le proprietà del fluido devono essere note e costanti il consumo energetico è basso la sensibilità alle proprietà del fluido (viscosità, calore specifico etc.) è trascurabile .
9. I TFM sono particolarmente apprezzati nelle applicazioni industriali per: il loro basso costo la misura diretta della portata massica in assenza di parti in movimento il loro essere non intrusive gli ingombri ridotti .
10. l misuratori di portata massici termici: hanno uno scarso campo di misura hanno un elevato campo di misura (20:1) hanno un elevato campo di misura (150:1) hanno un campo di misura 10:1 .
1. I misuratori più diffusi nelle reti di metano per utenti energivori sono: i venturimetri i diaframmi gli ultrasuoni gli anemometri .
2. Le tecnologie che consentono una misura delle piccole portate quali i consumi domestici di cucina acqua sanitaria e riscaldamento sono: i contatori termomassici e ad ultrasuoni i contatori termomassici ed i contatori volumetrici i contatori volumetrici i contatori termomassici , ultrasuoni ed i contatori volumetrici .
3. Le aree omogenee di prelievo AOP: ammettono una composizione variabile della miscela di gas naturale a patto che contenga min 75% di CH4 garantiscono una composizione costante della miscela di gas naturale al 100% di CH4 garantiscono una composizione costante della miscela di gas naturale (min 75% CH4) ammettono una composizione variabile della miscela di gas naturale a patto che contenga min 95% di CH4 .
4. Il potere calorifico superiore della miscela di gas che costituiscono il metano: ha minore incertezza nel caso di rigassificazione se misurato in fase liquida ha minore incertezza uguale sia se misurato nel caso di in fase liquida che in fase gas ha minore incertezza nel caso di rigassificazione se misurato in fase gas ha incertezza nulla .
5. Nelle transazioni commerciali le quantità di GN sono contrattualmente riportate in: in massa massa riferita alle condizioni termodinamiche di 15 °C e 1,01325 bar volume riferito alle condizioni termodinamiche di 25 °C e 1,01325 bar volume riferito alle condizioni termodinamiche di 15 °C e 1,01325 bar .
6. I flow computer associati a misuratori di tipo venturimetrico a "diaframma" sono: sono calcolatori utilizzati nei contatori di metano SMART dispositivi elettronici di elaborazione dei volumi di gas associati ad un diaframma tarato dispositivi meccanici di elaborazione dei volumi di gas associati ad un diaframma tarato sono calcolatori utilizzati per contabilizzare i volumi di metano nelle reti di gas naturale .
7. La norma UNI EN ISO 6976:2008 - Gas naturale riguarda: il calcolo del fattore di compressione. la determinazione della composizione con un'incertezza definita per cromatografia in fase gas la determinazione della composizione con un'incertezza definita per mezzo di gascromatografia il calcolo del potere calorifico, della densità, della densità relativa e dell'indice di Wobbe partendo dalla composizione .
8. L'indice di Wobbe: è un indice per la misura della qualità del gas naturale è un parametro utilizzato nella correzione dei volumi di gas reali è un indice per la misura della pressione del gas naturale è un parametro utilizzato nella conversione dei volumi di gas naturale .
9. La MID regolamenta: l'immissione sul mercato che le prestazioni metriche tipiche dei contatori gas l'immissione sul mercato che le prestazioni metriche tipiche dei contatori volumetrici l'immissione sul mercato che le prestazioni metriche tipiche dei contatori ad ultrasuoni l'immissione sul mercato che le prestazioni metriche tipiche dei contatori massici termici .
10. Le transazioni commerciali nelle reti distributive devono essere: almeno trimestrali per i piccoli e mensili per gli utenti industria realizzate su base massica realizzate su base energia realizzate o su base massa o su base energia .
1. La massa convenzionale è: la definizione della massa inerziale a meno della spinta archimedea la definizione della massa riferita a T=20°C la definizione che tiene conto dell'effetto della spinta archimedea valutata per una densità di 1.2 kg/m3 a T= 20°C la definizione del peso .
2. L'accelerazione di gravità nella riferibilità della masse: è parametro con valore costante definito dall'SI è una grandezza di influenza è variabile con l'altezza e con la densità del terreno variabile con la pressione atmosferica .
3. Il primo stadio di una bilancia a deformazione è: un filo molto sottile conduttore attraversato da una corrente nota un elemento rigido il cui peso è confrontato con la massa incognita un elemento a resistenza elettrica nota un elemento elastico deformabile .
4. La bilancia a bracci uguali e la stadera: misurano direttamente la massa mediante un'operazione di confronto misurano la forza peso misurano la massa convenzionale misurano l'accelerazione di gravità .
5. Le pesiere sono di classe diversa a seconda della loro forma e del materiale di cui sono costituite: si indicano con le lettere F G H e sono diverse per caratteristiche metriche si indicano con una qualsiasi lettera maiuscola dell'alfabeto sono in ottone lappato sono in acciaio lappato .
6. Il campione di massa: è un campione di platino iridio con una catena di riferibilità ottima dell'ordine di 10 a meno 9 dal 20 maggio del 2020 è legato ad una costante universale della fisica è un campione di classe F è ancora l'unico campione materiale nell'SI .
7. I campioni delle pesiere sono realizzati: in ottone in rame in acciaio dolce in acciaio inox .
8. Gli primari delle bilance analitiche o ad elemento elastico deformabile in taratura: sono elementi elastici deformabili che vanno tenuti a temperatura costante per un breve tempo sono elementi elastici deformabili che vanno tenuti a temperatura costante per un lungo tempo (almeno 12h) sono estensimetri sono dinamometri .
9. Nelle pese a ponte: è consigliabile utilizzare per la verifica procedure che prevedano l'uso di campioni di massa fino ad una concorrenza massima del 10-20% della capacità della pesa la verifica dovrebbe essere condotta fino ad un carico di poco superiore di quello di normale utilizzo la verifica dovrebbe essere condotta fino ad un carico di molto superiore di quello di normale utilizzo per motivi di sicurezza è consigliabile utilizzare per la verifica procedure che prevedano l'uso di campioni di massa fino ad una concorrenza massima del 100% della capacità della pesa .
10. La variazione di densità r [kg/m3] consentita per un campione di massa (100 g - 50 kg) di classe E1 è: 7934 ≤ r ≤ 8067 7810 ≤ r ≤ 8210 r ≥ 4400 non è consentita variazione di densità .
1. Nel SI, il campione del metro è definito come: la decimilionesima parte del meridiano di Greenwhich la lunghezza pari a 1.650.763,73 lunghezze d'onda nel vuoto della radiazione corrispondente alla transizione fra i livelli 2p10 e 5d5 dell'atomo di kripton-86 la lunghezza del tragitto compiuto dalla luce nel vuoto in un intervallo di 1/299792458 di secondo la lunghezza del campione di Platino-Iridio conservato presso il BIPM di Parigi .
2. Le misure dimensionali ottenute per confronto utilizzando nastri calibri o micrometri sono: misure assolute misure indirette misure relative misure caratterizzate da elevata incertezza .
3. La catena di riferibilità delle dimensioni si ottiene sempre: tarando gli strumenti con campioni 10 volte più precisi, perchè vanno tenute sotto controllo le grandezza di influenza tarando gli strumenti con campioni 3 volte più precisi, tenuti in conto i contributi aleatori connessi al limitato potere separatore dell'occhio umano tarando gli strumenti con campioni 5 volte più precisi tarando gli strumenti con campioni più precisi .
4. La principale grandezza di influenza sulle misure dimensionali è: la temperatura la pressione l'umidità la rigidità del materiale di misura .
5. I blocchetti piano paralleli sono: dei manufatti utilizzati per verificare gli angoli retti dei campioni di misura che vengono utilizzati nella taratura dei calibri e dei micrometri dei manufatti per verificare il parallelismo delle facce dei campioni di misura in acciaio tarati a loro volta da un Istituto Metrologico Primario .
6. Il campione metro è: l'asta graduata depositata presso il BIPM a Parigi un impianto in cui la definizione del metro viene realizzata tramite un raggio laser un campione primario detenuto da un IMP o da un centro LAT di Accredia un impianto in cui si realizza la misura tramite la definizione della costante universale velocità di propagazione della luce .
7. I campi di misura delle dimensioni determinano la scelta dello strumento: no, la scelta è dell'operatore con un valore decrescente tra nastri (metri decimetri e centimetri) calibri (centimetri millimetri e decimi di millimetro), micrometri (decimi di millimetro, centesimi di millimetro, millesimi di millimetro) con un valore crescente tra nastri, calibri, micrometri a seconda della temperatura dell'ambiente in cui avviene la misura .
8. Nelle misure di velocità come grandezza derivata lunghezza/tempo, le incertezze tipiche vengono a dipendere: più dalla lunghezza più dal tempo più dalla lunghezza perche l'incertezza nelle misure di lunghezza sono maggiori più dal tempo perchè l'incertezza nelle misure dei tempi sono maggiori .
9. Le macchine a coordinate servono per determinare: la forma geometrica (il volume spaziale) di un pezzo mediante scanner laser la forma geometrica (il volume spaziale) di un pezzo mediante opportuni tastatori l'incertezza delle misure dimensionali effettuate con i calibri l'incertezza delle misure dimensionali effettuate con i micrometri .
10. Nei micrometri le grandezze di influenza sono: la temperatura la forza di serraggio la forza di serraggio la temperatura ed il potere separatore dell'occhio l'umidità .
1. Per la taratura dei volumi campione: i campioni vengono pesati solo dopo effettuato un corretto sgocciolamento i campioni vengono pesati immediatamente dopo il riempimento i campioni vengono pesati prima che raggiungano l'equilibrio termico i campioni vengono pesati mantenedo costante l'accelerazione di gravità .
2. Le grandezze di influenza per la catena di riferibilità dei volumi sono: pressione e volume temperatura e variazione della gravità sia con l'altezza geodetica che per l'attrazione gravitazionale (verticalità) la temperatura nessuna, il volume è invariante .
3. I limiti logistici del campione di volume sono: nessuno devono prevedere degli opportuni manici e devono pesare al massimo 40/50 kg devono avere forma che favorisca lo sgocciolamento devono avere forma cilindrica senza spigoli .
4. Il fatto che moltissimi carburanti "bagnano" le pareti dei campioni determina: delle sistematicità che non possono essere corrette delle sistematicità che si correggono adottando carburanti di giusta composizione chimica nessun effetto delle sistematicità che si correggono adottando forme opportune (assenza di spigoli nei volumi campione).
5. Un volume campione deve essere realizzato: in acciaio inossidabile in ottone in rame in ceramica .
6. Nel protocollo di verifica delle stazioni di rifornimento di carburanti si tiene conto dello sgocciolamento: no sì, tant'è che l'ufficiale metrico deve effettuare almeno 5 prove lasciando "sgocciolare" il campione per una quarantina di minuti solo in alcuni casi sì, ma il campione va sgocciolato per un tempo compatibile con le necessità dell'ufficiale metrico .
7. Nella definizione dei Normal metri cubi [Nm3]: il valore della temperatura di riferimento è T=25°C, ad una pressione barometrica di 1.013∙105 Pa o 760 mmHg il valore della temperatura di riferimento è T=25°C, ad una pressione barometrica di 1.013∙105 Pa o 760 mmHg il valore della temperatura di riferimento è T=0°C, ad una pressione barometrica di 1.013∙105 Pa o 760 mmHg il valore della temperatura di riferimento è T=10°C, ad una pressione barometrica di 1.013∙105 Pa o 760 mmHg .
8. La MID Measuring Instrument Directive: codifica l'uso dei volumi materializzati e fa obbligo nella vendita alla mescita di utilizzare Boccali per la Birra e Calici per il vino non codifica l'uso dei volumi materializzati in merito ai volumi, fa riferimento solo ai contatori volumetrici non tratta le misure di voume .
9. Il volume: è una grandezza fondamentale è una grandezza conservativa è una grandezza non conservativa è una grandezza derivata dalla massa .
10. Gli aridi: sono unità gergali per la misura dei volumi di granaglie prive di umidità sono delle unità di superficie sono unità antropomorfe sono unità gergali per la misura dei volumi di liquido .
1. 0,400 m2 K/W equivalgono a: 1 clo 0,155 clo 0,388 clo 2,58 clo .
2. Il benessere-termoigrometrico: può essere raggiunto solo a 20 °C può essere raggiunto quando la temperatura esterna uguaglia quella della pelle pari a 37 °C può essere ottenuto attraverso combinazioni di grandezze caratterizzanti l'ambiente e l'individuo può essere ottenuto attraverso combinazioni di opportuni valori di temperatura e umidità dell'aria .
3. La potenza metabolica di uno studente che prende appunti durante una lezione è circa: 100 W 59 W/m2 1,40 clo 59 met .
4. I meccanismi di termoregolazione del corpo umano: intervengono quando non è verificata la condizione di benessere termo-igrometrico attivano la sudorazione dell'individuo attivano i brividi dell'individuo fanno variare la temperatura corporea tra 35 e 38 gradi centigradi .
5. Nel bilancio energetico di un uomo in corsa, il termine P: è positivo è negativo è trascurabile è nullo .
6. Se il Probabile Voto Medio (PMV) è 0: il 100% degli individui è in condizioni di benessere termoigrometrico il 5% degli individui è in condizioni di benessere termoigrometrico il 5% degli individui esprime un PMV fuori dall'intervallo (-0,5;+0,5) il 5% degli individui esprime un PPD fuori dall'intervallo (-0,5;+0,5) .
7. La seguente affermazione è corretta: a basse velocità dell'aria, la temperatura media radiante e la temperatura dell'aria hanno lo stesso peso sulla determinazione delle condizioni di benessere a basse temperature dell'aria, la temperatura media radiante e la velocità dell'aria hanno lo stesso peso sulla determinazione delle condizioni di benessere ad alte velocità dell'aria, la temperatura media radiante e la temperatura dell'aria hanno lo stesso peso sulla determinazione delle condizioni di benessere la temperatura media radiante e la temperatura dell'aria hanno sempre lo stesso peso sulla determinazione delle condizioni di benessere .
8. L'unità di misura incoerente clo: è una unità gergale che prende nome dal professore bolognese Alberto Clò è una unità gergale che prende nome dal termine inglese cloth - abito e che indica la pesantezza delle stoffe è una unità gergale che con una scala propria definisce il grado di attività ed il metabolismo di un individuo tenendo conto anche dell'abbigliamento tipico è una unità gergale che caratterizza alcuni tessuti e che trova espressione anche nelle etichette dei soprabiti .
9. L'equazione del benessere di Fanger: correla temperatura e umidità relativa stabilisce che le grandezze Ts ed Et possono essere correlate all'attività svolta tramite il bilancio del corpo umano esprime la dipendenza funzionale del benessere termoigrometrico da 6 variabili relative alle condizioni ambientali e all'individuo esprime la dipendenza funzionale del benessere termoigrometrico da 8 variabili relative alle condizioni ambientali e all'individuo .
10. Un pizzaiolo addetto alla cottura delle pizze è probabile che sperimenti: discomfort termico locale dovuto a pavimenti troppo freddi benessere termoigrometrico discomfort termico locale dovuto a differenza verticale della temperatura dell'aria discomfort termico locale dovuto a radiazione asimmetrica .
1. Il bilancio termoigrometrico del corpo umano si misura: tramite quattro grandezze fisiche tramite due grandezze fisiche tramite tre grandezze fisiche tramite sei grandezze fisiche .
2. Il globo termometro misura: la temperatura del corpo umano la temperatura delle pareti la temperatura dell'aria la temperatura media radiante .
3. Le grandezze che influenzano il bilancio termoigrometrico del corpo umano sono: le grandezze che caratterizzano l'aria ed i suoi moti le grandezze che caratterizzano l'interazione energetica tra corpo ed ambiente quali temperatura dell'aria , velocita dell'aria, temperatura delle pareti, umidità relativa dell'aria le grandezze che caratterizzano l'aria e la sua umidità la temperature delle pareti .
4. L'umidità relativa si misura: con uno psicrometro con uno psicrometro o un igrometro tramite la differenza di temperatura tra bulbo asciutto e bulbo umido con uno psicrometro o un igrometro o un saturatore adiabatico .
5. La sensazione di freddo che si prova entrando in una chiesa o in un ambiente caldo non condizionato si misura: misurando tutte le grandezze fisiche influenti sul benessere utilizzando uno psicrometro utilizzando un globotermometro utilizzando un termometro e uno psicrometro .
6. La UNI EN ISO 7726 codifica: i criteri per la definizione degli indici di comfort negli ambienti moderati e severi campi di misura e prestazioni metrologiche strumenti per la misura dell'umidità e della temperatura i criteri per la progettazione dell'ambiente interno e per la valutazione della prestazione energetica degli edifici, in relazione alla qualità dell'aria interna, all'ambiente termico, all'illuminazione e all'acustica campi di misura e prestazioni metrologiche strumenti per la misura del benessere .
7. Le grandezze indipendenti che influiscono sul termine E del bilancio energetico del corpo umano sono: pressione parziale del vapor d'acqua (UR) e velocità dell'aria pressione parziale del vapor d'acqua e temperatura dell'aria temperatura dell'aria e velocità dell'aria temperatura dell'aria e temperatura media radiante .
8. Per la misura della temperatura media radiante di può utilizzare: termometri a contatto di qualsiasi tipologia posizionati sulle pareti della stanza il globotermometro, il metodo dei fattori di vista e il metodo della temperatura piana radiante termometri a resistenza, termocoppie e termometri ad espansione il globotermometro .
9. Gli igrometri relativi effettuano: una misura diretta della umidità relativa una misura indiretta della pressione parziale di vapore una misura del contenuto di acqua in massa presente nell'aria una misura della temperatura media radiante .
10. Nella misura dell'umidità relativa bisogna prestare particolare attenzione a: all'influenza della velocità dell'aria all'influenza della temperatura e della velocità dell'aria all'influenza della temperatura, del campo termo-fluidodinamico e allo sporcamento del sensore all'influenza della temperatura e del campo termo-fluidodinamico .
1. Il tempo è: una delle 7 grandezze fondamentali del SI una delle infinite grandezze derivate del SI ciò che scandisce i ritmi circadiani una grandezza calcolata .
2. La scelta di utilizzare una scala non decimale per la misura del tempo: deriva dal fatto che il tempo è una grandezza intrinsecamente non decimale è collegata alla sola rotazione terrestre è collegata alla rotazione terrestre ed alle cadenze circadiane è solo collegata all'organizzazione romana stabilita da Giulio Cesare .
3. L'unità di tempo, il secondo, è definita come: 1/86 400 del giorno solare medio il reciproco della frequenza la durata di 9 192 631 770 periodi della radiazione corrispondente alla transizione tra due livelli iperfini dello stato di base dell'atomo di Cesio 133 una frazione dell'anno astronomico medio .
4. La misura della velocità può avvenire: solo misurarando spazio e tempo in diversi modi, che implicano: misura di spazio e tempo,misura del tempo fissato lo spazio, misura dello spazio fissato il tempo, misurare gli effetti di un oggetto in moto su altre grandezze solo attraverso orologi a quarzi risonanti e cronometri in diversi modi, che implicano: misura di spazio e tempo,misura del tempo fissato lo spazio, misura dello spazio fissato il tempo .
5. La misura della velocità è: sempre diretta sempre indiretta sempre effettuata attraverso la misura sia dello spazio che del tempo sempre effettuata attraverso la misura della frequenza .
6. Nei sistemi a traguardi fissi per la misura della velocità degli autoveicoli: la misura si basa sulla rilevazione di un intervallo di tempo, fissato lo spazio la misura si basa sulla rilevazione dello spazio, fissato il tempo la misura si basa sugli effetti di un oggetto in moto su altre grandezze la misura si basa sulla rilevazione contemporanea di spazio e tempo .
7. Nei sistemi basati su tecnologia video a bordo dell'autovettura per la misura della velocità degli autoveicoli: la misura si basa sulla rilevazione di un intervallo di tempo, fissato lo spazio la misura si basa sulla rilevazione dello spazio, fissato il tempo la misura si basa sugli effetti di un oggetto in moto su altre grandezze la misura si basa sulla rilevazione contemporanea di spazio e tempo .
8. Neitelelaser per la misura della velocità degli autoveicoli: la misura si basa sulla rilevazione di un intervallo di tempo, fissato lo spazio la misura si basa sulla rilevazione dello spazio, fissato il tempo la misura si basa sugli effetti di un oggetto in moto su altre grandezze la misura si basa sulla rilevazione contemporanea di spazio e tempo .
9. L'incertezza nella misura del tempo, comparata alle tolleranze spaziali ammesse nelle gare di nuoto è: dell'ordine del centesimo di secondo rispetto al centimetro dell'ordine del millesimo di secondo rispetto al centimetro dell'ordine del millesimo di secondo rispetto al millimetro dell'ordine del millesimo di secondo rispetto al metro .
10. L'esperienza delle Olimpiadi di Tokyo del 1964 insegna che: ha senso misurare il tempo al millesimo di secondo nelle gare di nuoto non ha senso misurare il tempo al millesimo di secondo nelle gare di nuoto a causa dell'incertezza dei cronometri non ha senso misurare il tempo al millesimo di secondo nelle gare di nuoto a causa dell'incertezza derivante dall'operatore che effettua la misura non ha senso misurare il tempo al millesimo di secondo nelle gare di nuoto a causa dell'incertezza del riferimento spaziale .
1. La temperatura di saturazione adiabatica: coincide con la temperatura di rugiada è la temperatura a cui si trova di una massa di aria satura dopo aver subito una trasformazione di saturazione adiabatica è la temperatura di una massa di aria con umidità relativa pari al 50% si trova dopo aver subito una trasformazione di saturazione adiabatica è temperatura alla quale inizia la condensazione quando l'aria segue una trasformazione di raffreddamento isobaro .
2. Lo psicrometro: è un termometro di bulbo umido che consente di effettuare la misura dell'umidità relativa e/o assoluta dell'aria è uno strumento che consente di effettuare la misura della temperatura di bulbo umido è uno strumento che consente di effettuare la misura della temperatura di bulbo secco è uno strumento che consente di effettuare la misura dell'umidità dell'aria mediante due termometri: uno di bulbo secco e uno di bulbo umido .
3. Perché la misura della temperatura di saturazione adiabatica possa essere effettuata con successo: è sufficiente che il canale sia adiabatico il canale adiabatico deve essere sufficientemente lungo per garantire il raggiungimento delle condizioni di saturazione deve essere riempito con acqua additivata con glicole propilenico la trasformazione deve avvenire in un canale sufficientemente corto perché la trasformazione possa essere considerata istantanea .
4. Ad umidità relativa pari a 100%: la temperatura di bulbo umido è nulla la temperatura di bulbo umido è massima la temperatura di bulbo umido è minima la temperatura di bulbo umido coincide con quella di bulbo secco .
5. La temperatura di rugiada: temperatura alla quale inizia la condensazione quando l'aria segue una trasformazione di raffreddamento isobaro è la temperatura di una massa di aria satura si trova dopo aver subito una trasformazione di saturazione adiabatica temperatura alla quale inizia la condensazione quando l'aria segue una trasformazione di riscaldamento isobaro coincide con la temperatura di bulbo umido .
6. Tra le cause di incertezza degli igrometri relativi elettrici si annoverano: la sensibilità alle vibrazioni e agli stress meccanici l'elevato tempo di risposta l'irraggiamento diretto e la contaminazione dell'elemento sensibile l'isteresi e l'elevato tempo di risposta .
7. Il principio di misura degli igrometri relativi meccanici si basa: sull'elongazione di filamenti e membrane animali e sintetiche al variare del contenuto di umidità nell'aria sulla variazione di resistenza elettrica di un elemento sensibile al variare del contenuto di umidità nell'aria sulla variazione di capacità elettrica di un elemento sensibile al variare del contenuto di umidità nell'aria sulla sola elongazione dei capelli umani .
8. Tra le cause di incertezza degli igrometri relativi meccanici si annoverano: la sensibilità alle vibrazioni e agli stress meccanici la tensione di alimentazione e l'ìmpedenza del carico l'irraggiamento diretto e la contaminazione dell'elemento sensibile il grado di porosità del capello utilizzato .
9. La trasformazione termodinamica realizzata da un igrometro a condensazione è: trasformazione di riscaldamento isotitolo a pressione costante trasformazione di raffreddamento isotitolo a pressione costante trasformazione adiabatica internamente reversibile trasformazione isobara reversibile .
10. Negli igrometri a condensazione l'effetto Kelvin è relativo a: l'incertezza del sensore di temperatura fenomeni di condensazione, adsorbimento, desorbimento e perdite di carico presenza di contaminanti solubili sullo specchio precoce condensazione dovuta alla finitura superficiale dello specchio utilizzato .
1. Le categorie di strumenti regolamentati dalla MID sono: 4 9 10 12 .
2. La MID definisce: solo gli errori massimi tollerati degli strumenti di misura requisiti essenziali definiti e legati al tipo di misura le caratteristiche tecniche specifiche di ciascuno strumento di misura le caratteristiche dei contatori di calore e di gas .
3. L'errore massimo tollerato: varia se valutato prima dell'immissione sul mercato o in campo, dove raddoppiano è fisso e standardizzato per ogni strumenti, sia che essi siano in fase di commercializzazione o utilizzati in campo varia se valutato prima dell'immissione sul mercato o in campo, dove comunque non devono superare il 10% non deve superare il 5% .
4. L'allegato MID che definisce i requisiti specifici dei contatori del gas è: MI-002 MI-004 MI-003 MI-005 .
5. L'allegato MID che definisce i requisiti specifici dei contatori di calore è: MI-002 MI-004 MI-003 MI-005 .
6. Per i contatori gas della classe 1.5, la MID stabilisce che: la variazione del risultato della misurazione dopo la prova di durabilità rispetto al risultato della misurazione iniziale per le portate nei campi di funzionamento da Qt a Qmax non deve superare di più del 10 % il risultato della misurazione la variazione del risultato della misurazione dopo la prova di durabilità rispetto al risultato della misurazione iniziale per le portate nei campi di funzionamento da Qt a Qmax non deve superare di più del 1 % il risultato della misurazione la variazione del risultato della misurazione dopo la prova di durabilità rispetto al risultato della misurazione iniziale per le portate nei campi di funzionamento da Qt a Qmax non deve superare di più del 5 % il risultato della misurazione la variazione del risultato della misurazione dopo la prova di durabilità rispetto al risultato della misurazione iniziale per le portate nei campi di funzionamento da Qt a Qmax non deve superare di più del 2 % il risultato della misurazione .
7. Un contatore di calore è definito come: uno strumento completo, oppure uno strumento composto dalle sottounità sensore di flusso e coppia di sensori di temperatura un calcolatore capace di effettuare un bilancio termico su un dato volume di controllo uno strumento completo, oppure uno strumento composto dalle sottounità sensore di flusso, coppia di sensori di temperatura e calcolatore un misuratore costituito da un calcolatore e da una coppia di sensori di temperatura .
8. L'errore massimo tollerato del sensore di flusso di un contatore di calore di classe 1 è pari a: Ep = (2 + 0.02 qp/q), ma non superiore a 5% Ep = (3 + 0.05 qp/q), ma non superiore a 5% Ep = (1 + 0.01 qp/q), ma non superiore a 5% 5% .
9. L'errore massimo tollerato del sensore di flusso di un contatore di calore di classe 2 è pari a: Ep = (2 + 0.02 qp/q), ma non superiore a 5% Ep = (3 + 0.05 qp/q), ma non superiore a 5% Ep = (1 + 0.01 qp/q), ma non superiore a 5% 5% .
10. L'errore massimo tollerato per la coppia di sensori di temperatura espresso in %: Et = (0.1 + 3 ∆θmin/∆θ) Et = (0.2 + 3 ∆θmin/∆θ) Et = (0.3 + 3 ∆θmin/∆θ) Et = (0.5 + 3 ∆θmin/∆θ) .
1. Il D. Lgsl 102/2014 sancisce: l'obbligo di installazione di ripartitori di calore in impianti centralizzati l'obbligo di installazione di contatori di calore in impianti centralizzati l'obbligo di installazione di sistemi di contabilizzazione in impianti centralizzati, se tecnicamente ed economicamente fattibile l'obbligo di adozione di misure di efficientamento energetico .
2. Il D. Lgsl 102/2014 recepisce: le disposizioni della Energy Efficiency Directive in materia di contabilizzazione e termoregolazione le disposizioni della Measuring Instruments Directive in materia di metrologia legale le disposizioni della Energy Performance of Buildings Directive in materia di efficienza energetica le disposizioni della Direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico nell'edilizia .
3. La contabilizzazione dei consumi individuali è materia importante perché: consente di operare la regolazione degli impianti termici contribuisce, insieme alla termoregolazione, ad incrementare l'efficienza energetica negli edifici solo in caso di presenza di contatori di calore, è possibile fatturare i consumi contribuisce, insieme alla termoregolazione, a ridurre le dispersioni termiche dell'impianto di distribuzione .
4. I contatori di calore: effettuano una misura dell'energia termica mediante un bilancio di energia sul volume di controllo effettuano una stima dell'energia termica mediante relazioni che tengono conto della potenza dei radiatore effettuano una stima dell'energia termica mediante relazioni che tengono conto degli effetti di installazione sono gli unici strumenti ammessi per la contabilizzazione del calore .
5. In un edificio con impianto di riscaldamento centralizzato a distribuzione verticale: l'installazione di contatori di calore è ottimale è raccomandabile l'installazione di contatori di calore solo in presenza di ventilconvettori l'installazione dei contatori di calore non è fattibile tecnicamente l'installazione dei contatori di calore non è raccomandabile per motivi di infattibilità tecnico-economica .
6. In un edificio con impianto di riscaldamento centralizzato a distribuzione orizzontale: l'installazione di contatori di calore è ottimale è raccomandabile l'installazione di contatori di calore solo in presenza di ventilconvettori l'installazione dei contatori di calore non è fattibile tecnicamente l'installazione dei contatori di calore non è raccomandabile per motivi di infattibilità tecnico-economica .
7. Il bilancio di energia termica eseguito da un contatore di calore è effettuato integrando rispetto al tempo: la differenza di entalpia tra la condotta di mandata e quella di ritorno la differenza di temperatura tra la condotta di mandata e quella di ritorno la differenza di pressione tra la condotta di mandata e quella di ritorno la differenza di portata volumetrica tra la condotta di mandata e quella di ritorno .
8. Il Decreto n.155/2013 del Ministero dello Sviluppo Economico definisce: l'obbligo di installazione di ripartitori di calore in impianti centralizzati i criteri e le periodicità delle verifiche periodiche e dei controlli metrologici casuali per i ripartitori di calore i criteri e le periodicità delle verifiche periodiche e dei controlli metrologici casuali per i soli contatori di calore approvati MID l'obbligo di adozione di misure di efficientamento energetico .
9. Per i controlli casuali sui contatori di calore, i massimi errori tollerati: sono incrementati del 20% sono incrementati del 50% sono incrementati del 40% sono incrementati del 30% .
10. Gli effetti di installazione sui contatori di calore sono rappresentati da: effetti fluidodinamici, effetti sulla coppia di sensori di temperatura, effetti ul fluido termovettore effetti fluidodinamici swirl e velocity profile distortion effetti sul fluido termovettore, effetti sulla coppia di sensori di temperatura .
1. I dispositivi basati su metodo indiretto per la contabilizzazione dell'energia: effettuano una misura dell'energia termica mediante un bilancio di energia sul volume di controllo effettuano una stima dell'energia termica mediante relazioni che tengono conto degli effetti di installazione effettuano una stima dell'energia termica emessa da un corpo scaldante sono gli unici strumenti ammessi per la contabilizzazione del calore .
2. I dispositivi di contabilizzazione del calore conformi alla EN 834 sono: i ripartitori di calore i totalizzatori ITC-DDC i totalizzatori ITC-TC i contatori di calore .
3. I dispositivi di contabilizzazione del calore conformi alla UNI 11388 sono: i ripartitori di calore i totalizzatori ITC-DDC i totalizzatori ITC-TC i contatori di calore .
4. I dispositivi di contabilizzazione del calore conformi alla UNI 9019 sono: i ripartitori di calore i totalizzatori ITC-DDC i totalizzatori ITC-TC i contatori di calore .
5. I ripartitori di calore: effettuano una misura puntuale dell'energia termica mediante un bilancio di energia sul volume di controllo effettuano una stima dell'energia termica basandosi sui tempi di apertura della valvola sul terminale di emissione effettuano una stima mediante integrazione nel tempo della differenza di temperatura tra la superficie del corpo scaldante e la temperatura media del fluido termovettore effettuano una stima mediante integrazione nel tempo della differenza di temperatura tra la superficie del corpo scaldante e l'ambiente in cui esso è installato .
6. In un edificio con impianto di riscaldamento centralizzato a con ventilconvettori, l'uso dei ripartitori di calore è: ottimale non ottimale buona non realizzabile .
7. In un edificio con impianto di riscaldamento centralizzato a distribuzione orizzontale: l'installazione di ripartitori è una buona soluzione in presenza di radiatori come terminali di emissione l'installazione di ripartitori è sempre preferibile l'installazione di ripartitori non è mai ottimale l'installazione di ripartitori è irrealizzabile .
8. La presenza di bolle d'aria nei terminali di emissione può contribuire a: diminuire la potenza effettiva erogata dal radiatore aumentare la potenza effettiva erogata dal radiatore rendere necessaria una pulizia dello scambiatore della caldaia rendere infattibile la contabilizzaizone indiretta .
9. Gli errori di installazione più frequenti connessi con l'uso di ripartitori di calore: sono riconducibili al modello e alle condizioni di installazione in campo sono riconducibili solo al modello su cui si basa la stima dell'energia sono riconducibili solo alle condizioni di installazione in campo sono tutti ineliminabili .
10. Nell'uso di totalizzatori di tempi di inserzione ITC-TC, gli errori dovuti al modello: sono connessi alla misura della temperatura ambiente con sensori posizionati in maniera non idonea sono tanto maggiori quanto peggiore è il bilanciamento degli impianti e la regolazione del generatore sono pressocchè nulli sono ineliminabili .
1. Secondo il Vocabilario Internazionale di Metrologia, l'incertezza di misura è: è un sinonimo di errore di misura è un parametro generalmente negativo che caratterizza la qualità della misura è un parametro adimensionale che caratterizza la dispersione di una misura ripetuta n volte è un parametro non negativo che caratterizza la dispersione dei valori che sono attribuiti a un misurando .
2. La stima dell'incertezza di misura deve essere effettuata conformemente alla: direttiva europea MID UNI CEI 70098-3 UNI 10200 UNI TS 11300-3 .
3. L'incertezza di misura può essere classificata in: di tipo A e B composta e composta estesa oggettiva e soggettiva sistematica ed accidentale .
4. Stimare l'incertezza di tipo A di una serie di misure (n>25) aventi media μ e scarto tipo σ con un livello di confidenza k=3, equivale ad affermare che: il valore misurato è pari al valore vero del misurando il valore misurato cadrà in un intervallo pari a μ ± 3σ/√n con una propabilità del 99.7% il valore misurato cadrà in un intervallo pari a μ ± 3σ/√n con una propabilità del 95% il valore misurato cadrà in un intervallo pari a μ ± kσ .
5. L'incertezza di tipo A di una serie di misure (n = 6): va stimata facendo riferimento alla variabile standardizzata z va stimata facendo riferimento alla variabile t di Student per un numero ridotto di misure è possibile stimare solo l'incertezza di tipo B è nulla .
6. Si supponga che, per misurare una grandezza incognita, vengano effettuate misure numerose in cui tutte le grandezze di influenza vengono fatte variare in modo casuale, allora è possibile ipotizzare che: le cause di incertezza di tipo A sono nulle tutte le cause di incertezza sono nulle tutte le cause di incertezza sono stimabili come incertezze di tipo B tutte le cause di incertezza sono stimabili statisticamente come incertezze di tipo A .
7. L'incertezza composta estesa di una misura è stimabile: mediante il prodotto tra i valori delle incertezze di tipo A e B stimate preliminarmente sommando le incertezze di tipo A e B stimate preliminarmente moltiplicando la somma delle incertezze di tipo A e B del set di misure per il fattore di copertura k moltiplicando la radice quadrata della somma dei quadrati delle incertezze di tipo A e B del set di misure per il fattore di copertura k .
8. L'incertezza composta di un misurando Y ricavato dalla somma di due grandezze X1 e X2 è pari: alla radice quadrata della somma dei quadrati delle incertezze composte delle grandezze X1 e X2 alla somma delle incertezze composte delle grandezze X1 e X3 al prodotto delle incertezze composte delle grandezze X1 e X4 non è stimabile a priori in assenza di dati sulle grandezze in ingresso .
9. I coefficienti di sensibilità nella legge di propagazione delle incertezze: sono pari a zero nel caso di incertezza nulla sono sempre pari a 1 descrivono quanto una variazione nella stima di un generico ingresso Xi influenzi la stima della grandezza in uscita Y descrivono quanto una variazione nella stima della grandezza in uscita Y influenzi le grandezze in ingresso .
10. La legge di propagazione delle incertezze: è utile a determinare l'incertezza delle misure indirette è utile a determinare l'incertezza di tipo A è utile a determinare l'incertezza di tipo B è utile a determinare l'incertezza composta estesa .
1. Il grafico: è uno strumento che consente di visualizzare in maniera immediata la correlazione tra due grandezze misurate serve solo a monitorare i processi è uno strumento che consente di visualizzare in maniera immediata le sole correlazioni quadratiche non è utile in applicazioni ingegneristiche ma solo in ambito statistico .
2. Si parla di correlazione positiva tra due grandezze misurate X e Y, quando: riportando le due grandezze su un grafico con X sull'asse delle ascisse e Y sull'asse delle ordinate, al crescere di X, la grandezza Y decresce riportando le due grandezze su un grafico con X sull'asse delle ascisse e Y sull'asse delle ordinate, al crescere di X, la grandezza Y rimane costante quando X e Y variano in maniera sincrona riportando le due grandezze su un grafico con X sull'asse delle ascisse e Y sull'asse delle ordinate, al crescere di X, cresce anche la grandezza Y .
3. Si parla di correlazione negativa tra due grandezze misurate X e Y, quando: riportando le due grandezze su un grafico con X sull'asse delle ascisse e Y sull'asse delle ordinate, al crescere di X, la grandezza Y decresce riportando le due grandezze su un grafico con X sull'asse delle ascisse e Y sull'asse delle ordinate, al crescere di X, la grandezza Y rimane costante quando X e Y variano in maniera sincrona riportando le due grandezze su un grafico con X sull'asse delle ascisse e Y sull'asse delle ordinate, al crescere di X, cresce anche la grandezza Y .
4. Nella costruzione di un grafico, è opportuno esplicitare: le grandezze misurate e le rispettive unità di misura le grandezze misurate e le rispettive unità di misura, la scala di misura, le barre di errore su ciascun punto se la correlazione tra le grandezze è positiva o negativa se esiste una dipendenza lineare tra le grandezze .
5. Le barre di errore: sono barre di dimensioni pari all'ampiezza dell'errore sul rispettivo asse servono a stabilire se l'incertezza di misura sia di tipo A o di tipo B sono barre di dimensioni pari alla semiampiezza dell'errore sul rispettivo asse non sono necessarie nel tracciamento dei grafici .
6. Dato un set di misure di due grandezze x e y, ognuna con le rispettive incertezze di misura, tra le quali esiste una dipendenza lineare, allora: esiste uno e un solo coefficiente angolare associabile alla retta che esprime la dipendenza tra x e y il coefficiente angolare esatto associabile alla retta che esprime la dipendenza tra x e y è pari a Dy/Dx esistono infiniti coefficienti angolari associabili alla retta che esprime la dipendenza tra x e y (quelli delle rette comprese nelle barre di errore) non è possibile determinare il coefficiente angolare della retta che esprime la dipendenza lineare .
7. Se esiste una correlazione lineare positiva tra due grandezze misurate generiche L e T, allora l'equazione di dipendenza assumerà una forma del tipo: L = aT + b L = 1/T L = T L = - aT + b .
8. Dato un set di misure di due grandezze x e y, ognuna con le rispettive incertezze di misura, tra le quali esiste una dipendenza lineare, allora il coefficiente angolare: è pari a 1 andrà calcolato come rapporto incrementale Dy/Dx prendendo due punti A e B distanti tra loro è esattamente pari al rapporto incrementale Dy/Dx della retta di massima pendenza andrà calcolato come rapporto incrementale Dy/Dx prendendo due punti A e B molto vicini tra loro .
9. L'interpolazione lineare consente: di approssimare una spezzata a una curva di determinare il valore di una grandezza non misurata y in corrispondenza di un'altra grandezza x, quando questa sia definita all'interno di valori misurati minimo e massimo di x, ipotizzando una dipendenza non lineare tra x e y in tale intervallo di determinare il valore di una grandezza non misurata y in corrispondenza di un'altra grandezza x, quando questa sia definita all'interno di valori misurati minimo e massimo di x, ipotizzando una dipendenza lineare tra x e y in tale intervallo di determinare l'equazione descrittiva della dipendenza lineare tra due set di misure .
10. Dato un segmento di estremi A (3; 4) e B (2.5; 7), il punto C di ascissa pari a 3.5, avrà ordinata pari a: 3.5 4.75 il punto C non giace sul segmento AB 6 .
1. Le cause di malfunzionamento più frequente negli impianti HVAC: sono errori di progetto sono errori di installazione sono errori di progetto e installazione sono errori di committenza .
2. La misurazione negli impianti HVAC serve a: migliorare il funzionamento degli impianti regolare gli impianti pagare gli impianti calcolare gli impianti .
3. In ambito misurazione, TABS significa: Thermally Activated Builging Slabs Testing, Adjusting, Balancing, Start up Total Admittance Border Surface nessuna delle precedenti .
4. Le operazioni di TABS: devono essere condotte dal DL devono essere condotte dai progettisti devono essere condotte dal collaudatore devono essere condotte da figure indipendenti .
5. Le operazioni di Duct Leakage Air Test DALT: possono essere condotte dal DL possono essere condotte dai progettisti devono essere condotte dal collaudatore devono essere condotte da figure indipendenti .
6. La classe di tenuta di una condotta: si misura in portata volumetrica per unità di superficie si misura in portata volumetrica per unità di lunghezza si misura in portata su differenziale di pressione si misura in portata su differenziale di pressione e unità di superficie .
7. Il commissioning: è obbligatorio è facoltativo è una tecnica è una procedura .
8. Le misure funzionali e speciali: richiedono che la portata d'aria sia misurata solo con cappa balometrica richiedono che la portata d'aria sia misurata solo con flange tarate richiedono che la portata d'aria sia misurata solo con tubo di Pitot o flangia tarata richiedono che la portata d'aria sia misurata .
9. La misura dell'umidità relativa: richiede una precisione del 3% richiede una precisione del 2% richiede uno psicrometro richiede una misura di pressione differenziale .
10. La misurazione dell'IAQ è sempre correlata alla portata di rinnovo può non essere collegata alla portata di rinnovo richiede un piranometro si effettua solo per strutture sanitarie .
1. Il BACS: rappresenta l'automazione degli edfici comprende la gestione è relativo ad automazione e controllo è relativo ad automazione, controllo e regolazione .
2. la regolazione negli impianti HVAC riguarda solo il livello di campo riguarda solo il livello di automazione può riguardare il livello di campo e il livello di automazione può riguardare solo il livello di automazione .
3. la gestione dell'automazione negli impianti HVAC: riguarda il singolo edificio riguarda il singolo impianto è su due livelli di temperatura può riguardare più edifici .
4. l'offset nella regolazione on-off si può correggere è trascurabile è proporzionale è fisiologico .
5. l'offset nella regolazione PI è trascurabile è proporzionale è nullo è fisiologico .
6. la componente derivativa nel PID risolve i transitori elimina l'offset non è presente è proporzionale .
7. la linearità nel tempo del della variabile di processo: è verificata in molti tipo di impianto HVAC è in prima approssimazione accettabile non è quasi mai verificata comporta l'adozione di regolatori PID .
8. il controllo in retroazione: misura l'errore è instabile non è realizzabile è migliore del controllo PID .
9. il tempo di una corsa completa per un attuatore elettrico: varia tra 1 e 50 s varia tra 1 e 500 s varia tra 15 a 50 s varia tra 15 e 500s .
10. un sensore: deve essere il più preciso possibile va scelto in base al range va scelto in base alla costante di tempo va scelto in base al range e alla costante di tempo .
1. L'elemento critico della misurazione del risparmio energetico: è la variazione delle condizoni al contorno è il fatto che si possono misurare solo i consumi è il prezzo dell'energia è la variazione del mix di generazione .
2. Per un progetto di efficienza energetica misurabile: è fondamentale fissare le condizioni al contorno è imprescindibile la misurazione in continuo post operam è fondamentale la definizione di un algoritmo bisogna definire un piano di M&V .
3. Il riferimento IPMVP® è condiviso a livello internazionale è normato è l'unico metodo approvato dalle norme è l'unico metodo normato .
4. Per aggiustare una baseline: non si può ricorrere al backcasting si deve ricorrere al forecasting conta la precisione sul rispamio e non sulle singole misure si può isolare l'azione di miglioramento dell'efficienza energetica .
5. L'isolamento dell'azione di miglioramento dell'efficienza energetica: è indicata quando si interviene sull'involucro di un edificio è necessaria quando si sostituzione una caldaia è indicata quando si sostituisce una linea di produzione è indicata quando si sostituisce un parco autoveicoli .
6. La misurazione dell'intero impianto/struttura, opzione D: è obbligatoria quando non esistono misurazioni ante intervento è obbligatoria quando l'intervento è già stato realizzato è consigliata nella sostituzione dei motori elettrici è indicata quando si interviene sull'involucro di un edificio di cui sono a disposizione le bollette .
7. L'isolamento dell'azione di miglioramento dell'efficienza energetica, opzione B: è indicata per processi produttivi complessi è indicata per le caldaie a vapore è indicata quando si sostituiscono gli ascensori è indicata quando non sono disponibili misurazioni ante intervento .
8. Nella misurazione del risparmio nei sistemi di aria compressa: si può procedere con l'opzione A si deve procedere con l'opzione B si deve procedere con l'opzione C Si può procedere con l'opzione D .
9. Nelle misurazioni di risparmio per la sostituzione delle lampade: è più indicato utilizzare l'opzione B si deve usare l'opzione B si deve procedere con l'opzione C Si può procedere con l'opzione D .
10. Nelle misurazioni di risparmio per l'isolamento termico di un edificio si deve procedere con l'opzione C si può procedere solo in backcasting si può procedere in forecasting o in backcasting è obbligatoria l'opzione B .
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