La filologia richiede conoscenze di:
paleografia, codicologia e diplomatica
paleografia e numismatica
paleografia e paleontologia
codicologia e diplomatica. Costituiscono l'oggetto di studio della filologia romanza:
le lingue e i dialetti
le lingue germaniche e romanze
solo i dialetti
solo le lingue ufficiali. In Italia meridionale ci sono enclaves alloglotte: albanese, croato, greco
albanese, croato, occitano
occitano, croato, serbo
moldavo, albanese, corso. Il basco è una lingua non indo-europea parlata:
nella zona delle Alpi a cavallo tra Francia e Italia
nella zona dei Pirenei a cavallo tra Francia e Spagna
nella sola Francia
nella sola Spagna. Le lingue romanze estinte sono:
istriano, dalmatico, tergestino
mozarabico, dalmatico, istriano, tergestino
moazarabico, tergestino, istriano
istriano e dalmatico. Varietà occitane si parlano oggi anche:
nell'Italia del Centro (Abruzzo)
nell'Italia del Sud (Puglia)
nell'Italia del Nord (Piemonte)
nell'Italia del Nord (Lombardia). Col termine di "Romania nuova" si indicano:
le aree orientali dell'Impero Romano
le aree romanizzate della Gran Bretagna
le aree in cui si parlano lingue romanze del continente americano, asiatico e africano
le aree neoromanizzate a nord del Danubio. Le lingue romanze a cui è stato riconosciuto in Età moderna lo status ufficiale di «lingua» nei relativi paesi sono:
Galego, Spagnolo, Catalano, Francese, Romancio, Italiano, Romeno
Portoghese, Galego, Spagnolo, Catalano, Francese, Romancio, Italiano, Romeno
Portoghese, Spagnolo, Catalano, Francese, Romancio, Italiano, Romeno
Portoghese, Galego, Spagnolo, Catalano, Francese, Romancio, Italiano. La romania perduta comprende:
la parte grecofona dell'impero romano in cui non si sono sviluppate lingue romanze
i territori dell'Africa settentrionale
Le coste dell'Africa settentrionale, le province dell'Europa centrale e settentrionale
le province dell'Europa settentrionale. La desinenza in -iamo della prima persona plurale in tutte le coniugazioni deriva da un esito proprio del:
lombardo
campano antico
fiorentino
toscano generale. L'unità politica raggiunta dai Re Cattolici (1479) ampliò l'area di influenza:
del catalano all'Aragona, alla Castiglia e al Valenciano
del galego all'Aragona, alla Castiglia e al Valenciano
del castigliano all'Aragona, alla Catalogna e al Valenciano
dell'asturo-leonese all'Aragona, alla Castiglia e al Valenciano. Sotto gli Asburgo (sec XVI-XVII) il castigliano si diffuse:
nelle Americhe e in Africa
nelle Americhe e in Asia
nelle Americhe
nelle Americhe, in Asia e in Africa. Le lingue romanze della penisola iberica sono:
galego, portoghese, catalano e basco
galego, portoghese, spagnolo (o castigliano), catalano
galego, portoghese, spagnolo (o castigliano), catalano e basco
portoghese, spagnolo (o castigliano), catalano e basco. La più imponente espansione delle lingue romanze è quella conseguente:
ai grandi viaggi di missionari e mercanti dei secoli XIII-XIV
alle conquiste dell'Impero romano del II secolo
alla scoperta dell'America, alle grandi navigazioni e alle colonizzazioni in età moderna
alle migrazioni del secolo XX. Il processo di "Reconquista" significò, dal punto di vista linguistico:
l'espansione verso sud delle lingue romanze parlate nel settentrione della penisola iberica
l'assimilazione da parte delle regioni settentrionali del mozarabo
l'espansione verso sud del catalano
l'espansione verso sud del galego. Il punto di partenza per capire l'odierna distribuzione geografica delle lingue ibero-romanze è:
la conquista della penisola da parte degli Arabi (711-718)
la conquista della penisola da parte dei Turchi (711-718)
la conquista della penisola da parte dei Franchi (611-618)
l'affermazione nel Medioevo del pellegrinaggio a Santiago de Compostela. L'asturo-leonese e il navarro-aragonese sono varietà romanze parlate:
nella parte settentrionale della Spagna
nel Portogallo
nella parte meridionale della Spagna
nella parte sud-occidentale della Spagna. Il mozarabico (o mozarabo) è la lingua romanza che continuò a essere parlata:
nella parte della Spagna che, a partire dal 711, fu occupata dagli Arabi (El Andalus)
nella parte della Spagna che, a partire dal 711, fu occupata dai Turchi (El Andalus)
nella parte della Spagna che resistette all'occupazione degli Arabi (711)
nella parte della Spagna che, a partire dal 611, fu occupata dai Franchi (El Andalus). Il vocalismo tonico del galego portoghese consta:
di dieci vocali
di otto vocali
di sette vocali
di cinque vocali. Diversamente dal galego, il portoghese è stato:
influenzato dal sostrato celtico
influenzato dalle varietà romanze parlate nei territori riconquistati agli arabi
influenzato dal francese
influenzato dal basco. Nel Medioevo il portoghese e il galego costituivano:
due varianti della medesima varietà linguistica
due lingue distinte
due lingue astratte
una sola varietà linguistica. Gli ebrei sefarditi hanno diffuso lo spagnolo:
nei Balcani, nell'Anatolia e nell'Europa settentrionale
nei Balcani, nell'Anatolia
nei Balcani, nell'Anatolia e nell'Arabia Saudita
nei Balcani, nell'Anatolia e nell'Africa settentrionale. Il galego-portoghese è una koiné elaborata nel secolo XII:
nella regione del Minho
nella regione del Tago
nella regione dell'Ebro
nella regione dei Pirenei. Il sistema vocalico del castigliano consta:
di cinque vocali
di dieci vocali
di nove vocali
di sette vocali. Molti fatti fonetici del catalano sono piuttosto affini:
a quelli dell'occitano
a quelli del mozarabo
a quelli dell'italiano
a quelli del romeno. Il catalano, come altre lingue minoritarie, durante il regime franchista (1939-1975):
fu adottato come seconda lingua
fu tutelato come lingua di minoranza
fu adottato come lingua ufficiale
non fu tutelato come lingua di minoranza. Il catalano parlato ad Alghero, nel nord-ovest della Sardegna:
è riconosciuto dalla legislazione italiana come lingua minoritaria
non è riconosciuto dalla legislazione italiana come lingua minoritaria
è in via di estinzione
è riconosciuto dalla legislazione spagnola come lingua minoritaria. Il catalano, che era stato la lingua ufficiale della contea di Barcellona e del Regno di Aragona, a partire dal secolo XV cominciò a subire la concorrenza:
del galego
del mozarabo
dell'asturo-leonese
del castigliano. Nel castigliano il nesso "consonante + [l] in posizione iniziale:
si conserva
dilegua
si riduce a /l/
palatalizza in /λ/. Lo «yeismo» e il «seseo» sono fenomeni evolutivi diffusi:
nel catalano
soltanto nell'area castigliana meridionale
nel mozarabo
nel galego. Il francese è lingua ufficiale in:
Francia, Belgio, Svizzera, nel Principato di Monaco, nella regione italiana della Valle d'Aosta
Francia, Belgio, Svizzera, nel Principato di Monaco, nella regione italiana della Valle d'Aosta, nel Granducato del Lussemburgo
Belgio, Svizzera, nel Principato di Monaco, nella regione italiana della Valle d'Aosta, nel Granducato del Lussemburgo
Francia, Belgio, Svizzera, nel Principato di Monaco, nel Granducato del Lussemburgo. Si distinguono tre fasi nella storia del francese:
francese antico, francese medio, francese moderno
franciano, occitano, francese medio
franciano, occitano, francese moderno
francese antico, francese moderno, francese contemporaneo. L'emanazione da parte di Francesco I dell'ordinanza di Villers-Cotterets (1539) imponeva nei tribunali di tutto il Regno, al Nord come al Sud:
l'uso dell'italiano
l'uso dell'occitano
l'uso del latino
l'uso del francese. Il bretone è una lingua di origine celtica:
che è stata importata in Francia a seguito di una colonizzazione romana a partire dalle isole britanniche
che è stata importata in Francia a seguito di una colonizzazione medievale a partire dalla Pianura Padana
che è stata importata in Francia a seguito di una colonizzazione medievale a partire dalle isole britanniche
che è stata importata in Francia a seguito di una colonizzazione medievale a partire dall'Islanda. Con la Rivoluzione francese si impose:
l'unificazione linguistica con la promozione del francese e l'eliminazione dei dialetti
l'unificazione linguistica con la promozione del franco-provenzale
la tutela di tutti i dialetti
la diffusione dell'occitano a scapito del francese. Nel Medioevo, il dominio galloromanzo si suddivideva in:
cinque aree linguistiche principali
tre aree linguistiche principali
due aree linguistiche principali
Quattro aree linguistiche principali. Nella Francia medievale, oltre al franciano, anche altre varietà hanno conosciuto un uso amministrativo e letterario, tra queste:
anglonormanno
bretone
tedesco
basco. Il fenomeno della diffusione della lingua dell'Ile de France (il francien), irradiata da Parigi, risale:
al secolo XVI
al secolo XVIII
al secolo XIX
al secolo XII. L'indebolimento della declinazione bicasuale si è prodotta a partire dalla categoria:
dei nomi femminili
dei nomi comuni
dei pronomi
dei nomi propri. In francese come nei dialetti italiani settentrionali il pronome personale soggetto è:
sottinteso obliquo libero
clitico. L'uso dell'articolo partitivo è un'innovazione propria del:
galloromanzo iberoromanzo
romeno
sardo. La declinazione bicasuale, conservata dal francese antico e dall'occitano, contemplava due casi:
genitivo e accusativo
nominativo e vocativo
nominativo e caso obliquo
dativo e accusativo. Nel francese moderno la negazione si compone:
di due elementi: uno precede, l'altro segue il verbo
di due elementi, entrambi precedono il verbo
di due elementi, entrambi seguono il verbo
di un solo elemento che precede il verbo. Il Francoprovenzale è una lingua:
lingua ponte tra provenzale e occitano
lingua ponte tra catalano e occitano
lingua ponte tra francese e catalano
ponte tra francese e occitano. In occitano l'occlusiva sorda in posizione iniziale seguita da /a/:
è sostituita da -h-
si conserva palatalizza
dilegua. Il vocalismo atono del franco-provenzale è:
meno conservativo dell'occitano
simile al catalano
più conservativo dell'occitano
simile all'italiano. La base dell'italiano moderno è:
nel fiorentino del Cinquecento
nel fiorentino del Trecento
nel toscano del Duecento
nel veneto del Trecento. L'italiano è stato una lingua prevalentemente scritta fino:
all'Unità d'Italia, quando ha cominciato a diffondersi anche nell'uso orale
al Primo dopoguerra, quando ha cominciato a diffondersi anche nell'uso orale
al secondo dopoguerra , quando ha cominciato a diffondersi anche nell'uso orale
al 1700, quando ha cominciato a diffondersi anche nell'uso orale. In italiano, l'esito -aio dal lat. -ARIUS dimostra la derivazione dal:
fiorentino antico
campano toscano generale
lombardo. I dialetti italiani sono delle varietà sviluppatisi a partire:
dal latino volgare
dal latino classico
dalle lingue di sostrato
dall'italiano a base toscana. Sono tratti tipici dei dialetti italiani settentrionali:
La palatalizzazione delle occlusive velari seguite da vocali anteriori
La sonorizzazione delle consonanti occlusive intervocaliche e la doppia serie di pronomi soggetto
La palatalizzazione delle occlusive velari seguite da vocali anteriori e la doppia serie di pronomi
L'assimilazione del gruppo -ND-. Ancora oggi i dialetti godono di un certo prestigio sociale in alcune aree della penisola:
Italia meridionale, Veneto, Lombardia
Italia centrale, Veneto, Lombardia
Italia meridionale, Veneto
Italia meridionale, Veneto, Liguria. La linea Massa-Senigallia suddivide l'Italia in:
quattro macro aree linguistiche: dialetti settentrionali orientali e occidentali, dialetti centrali e meridionali
due macro aree linguistiche: dialetti settentrionali e centro-meridionali
due macro aree linguistiche: dialetti cetrali e meridionali
tre macro aree linguistiche: dialetti settentrionali, centrali e meridionali. Alcuni dialetti italiani settentrionali e l'antico francese condividono le modalità per esprimere l'interrogazione sì/no, che viene costruita tramite:
inserimento del punto interrogativo
inversione dell'ordine soggetto/verbo
introduzione di formule interrogative specifiche
uso di pronomi interrogativi. Le tre varietà che, secondo G.I. Ascoli, formavano l'unità ladina:
sono geograficamente contigue
sono geograficamente discontinue
sono geograficamente sovrapponibili
sono geograficamente irrilevanti. Il romancio è una delle quattro lingue nazionali:
della Francia
delle Fiandre
della Confederazione Elvetica
del Belgio. Il sistema vocalico tonico del sardo contempla:
otto vocali
sette vocali
cinque vocali
dieci vocali. Nelle lingue romanze medievali l'ordine dei sintagmi:
era diverso dal latino e uguale all'ordine delle lingue romanze moderne
era uguale all'ordine delle lingue romanze moderne
era uguale al latino
era diverso rispetto alle lingue romanze moderne. In italiano, il pronome clitico «gli», caso dativo del maschile, è:
la regolare continuazione di ILLUI
la regolare continuazione di ILLUM
la regolare continuazione di ILLI
la regolare continuazione di ILLAM. Una forma verbale tipica del galego-portoghese e dello spagnolo (ma di uso limitato nello spagnolo odierno) è il:
la perifrastica passiva
il condizionale futuro
il condizionale imperfetto
congiuntivo futuro. Il «Libro de Alixandre» è probabilmente il primo testo spagnolo che utilizza:
lo schema di lasse monorime
lo schema di distici di decasillabi
lo schema del «mester de juglaria»
lo schema della «cuaderna vía». In spagnolo il dittongo /we/ è il risultato di un processo:
di livellamento analogico
di metamorfosi fonetica
di assimilazione
di dissimilazione. In castigliano la dittongazione può avere luogo:
solo in presenza di consonante nasale
solo in sillaba chiusa
solo in sillaba aperta
in sillaba chiusa e in sillaba aperta. Nello spagnolo, la desinenza -o nella III persona sing. dei verbi forti è:
di origine analogica
un prestito dall'italiano
di origine anagogica
di origine etimologica. Nel francese antico, le consonanti finali:
si pronunciavano ancora
non si pronunciavano più
erano raddoppiate
erano cadute. In francese moderno l'antico avverbio "neant"<NE GENTEM:
si è conservato
è stato soppiantato da "rien"<REM
è stato soppiantato da "nul"
è stato soppiantato da "jamais"<IAM MAGIS. In occitano l' -a tonica latina:
evolve in -i
si conserva
evolve nel dittongo -ie
evolve in -e. In occitano il dittongo latino AU:
si riduce a -a
si conserva
si riduce a -o
si chiude in -u. Tutte le forme dell'articolo definito italiano (lo, 'l, il) derivano:
dalla seconda parte del latino ?L(LA) «quella»
dalla prima parte del latino (?L)LA «quella»
dalla prima parte del latino ?L(LUM) «quello»
dalla seconda parte del latino (?L)LUM «quello». Il termine italiano antico "palagio" deriva:
dallo spagnolo "palacio"
francese "palais"
dall'inglese "palace"
dal latino PALATIUM. Tra i fattori che favorirono, nel periodo carolingio, la definitiva "emersione" delle lingue romanze ci furono:
l'abbandono completo del latino
il miglioramento della qualità del latino e l'adozione di una nuova pronuncia scolastica
il miglioramento della qualità del latino
l'estensione del latino. La diciassettesima disposizione del Concilio di Tours (813), invitava i vescovi:
a celebrare l'intera messa nella lingua del popolo
a recitare le preghiere nella lingua del popolo
a celebrare solo la consacrazione eucaristica nella lingua del popolo
a pronunciare l'omelia nella lingua del popolo. Il più antico documento del Castigliano è:
un elenco dei formaggi consumati in un monastero del León
il glossario di San Milan
il Libro de Alixandre
il Cantar de mio Cid. I documenti più antichi del francese (sec X-XI) sono per la maggior parte:
di argomento religioso
di ambito giuridico
di argomento profano
di argomento epico. La Vie de Saint Alexis è stata composta:
nel secolo XII
nel secolo IX
nel secolo XI
nel secolo VIII. La Vie sant Lethgier e la Passion di Clermont-Ferrand sono conservati:
nel medesimo manoscritto latino
in due manoscritti anglonormanni del secolo XIII
in un manoscritto piccardo del secolo XIII
in due manoscritti latini distinti. Una quarantina d'anni dopo i Giuramenti (probabilmente tra l'878 e l'882), venne trascritto il più antico monumento letterario del francese. Quale?
Sequenza di sant'Eulalia
Chanson de Roland
Navigation de Saint Brendan
Vie de Saint'Alexis. I Giuramenti di Strasburgo sancirono l'alleanza tra:
due nipoti di Carlo Magno, Carlo Il Calvo e Ludovico il Bavaro
due nipoti di Carlo Magno, Carlo il Calvo e Lotario
due dei figli di Carlo Magno, Carlo il Calvo e Lotario
i due figli di Carlo Magno, Ludovico il Pio e Carlo il Calvo. La «Vie de saint Lethgier» adotta:
l'octosyllabe
il settenario
il decasyllabe
l'alessandrino. Le ḫarğāt sono trascritte:
in caratterri latini
solo in caratteri arabi
in caratteri arabi e ebraici
in caratteri cirillici. L' «Auto de los Reyes Magos» è:
un dramma liturgico di 147 versi di varia misura a rima baciata
un dramma liturgico di 147 alessandrinidi a rima baciata
un dramma liturgico di 157 alessandrinidi a rima baciata
un dramma liturgico di 157 versi di varia misura a rima baciata. I più antichi testi documentari in provenzale sono:
poesie liriche
giuramenti feudali
canti liturgici
poemi epici. I più antichi testi documentari in occitano risalgono:
alla fine del secolo X
al secolo XII
alla fine del secolo XI
al secolo IX. Lo «Sponsus» appartiene al genere del:
omelie
salmi
prediche
dramma liturgico. Il "Placito campano" è un:
documento giuridico
un testo poetico
una nota di mercatura
una nota di viaggio. Secondo l'interpretazione sociologica di Erich Köhler, la poesia d'amore sarebbe espressione:
di uno specifico gruppo sociale: i chierici itineranti
di uno specifico gruppo sociale, la classe dei grandi feudatari
di uno specifico gruppo sociale: la classe della bassa nobiltà, gli juvenes
di uno specifico gruppo: i cantastorie. La poesia trobadorica si componeva di:
melodia e testo
sceneggiatura teatrale
solo melodia
solo testo. La fin'amor per i provenzali indica:
la raffinatezza dell'amore
la perfezione dell'amore
la sottigliezza dell'amore
l'inconsistenza dell'amore. La cobla costituisce l'unità metrica della canso e corrisponde all'italiano:
copula
ritornello strofa coppia. Lo scambio a distanza di coblas tra due o più trovatori su un argomento di dibattito è denominato:
tenso
vers
canso sirventes. La lirica trobadorica si forma:
nel Nord della Francia
nel Nord dell'Italia
nel Sud della Francia
in Castiglia. La lirica trobadorica è informata da:
uno spirito popolare
uno spirito mistico
uno spirito giullaresco
uno spirito elitario e aristocratico. I paradossi centrali dell'amore cortese sono:
il godimento del sacrificio, l'esaltazione nel segreto, l'affinamento morale nell'esperienza amorosa adulterina
il godimento del sacrificio, l'esaltazione nel segreto, l'affinamento morale nell'esperienza religiosa
il godimento del sacrificio, l'esaltazione nel segreto, il godimento nell'esperienza amorosa coniugale
il godimento del sacrificio, l'affinamento morale nell'esperienza religiosa. L'io lirico della poesia trobadorica esprimeva:
l'interlocutore del poeta
un io universale
l'io individuale del poeta
il soggetto amato. Secondo l'antica «vida» provenzale, il trovatore Marcabruno sarebbe stato:
un trovatello allevato da un nobile signore
un principe della Francia del Nord
figlio cadetto di un nobile
figlio primogenito di un grande barone. Nella canzone «Non chant per auzel ni per flor», Raimbaut d'Aurenga:
ribadisce la validità dei valori della lirica delle origini
annuncia la totale sublimazione della relazione amorosa
condivide gli elementi di ispirazione tradizionale della lirica trobadorica
rifiuta gli elementi di ispirazione tradizionale della lirica trobadorica. La canzone «Can vei la lauzeta mover» di Bernart de Ventadorn è una poesia:
di condivisione dell'amore con un altro trovatore
di celebrazione della primavera e dell'amore
di commiato e di rinuncia all'amore
di esaltazione di un amore ricambiato. Nel verso «E col bue vado a caccia della lepre» abbiamo la figura retorica:
dell'anafora
dell'adýnaton
della metafora
dell'iperbato. Nella sestina, tutte le rime sono:
avverbi che tornano in tutte le stanze
parole-rima che ritornano uguali in tutte le stanze
parole all'inizio dei versi che ritornano uguali in tutte le stanze
aggettivi che tornano uguali in tutte le stanze. In quale opera Dante Alighieri definisce Arnaut Daniel «il miglior fabbro del parlar materno»:
nel Convivio
De Monarchia
nel De vulgari eloquentia
nella Divina Commedia. Secondo Ramón Menéndez Pidal, gli autori delle «chansons de geste» erano:
pellegrini sulla strada di Santiago de Compostela
chierici dotati di buona cultura
anonimi cantastorie di piazza
monaci benedettini. Le lasse epiche sono:
strofe di lunghezza regolare, in cui i versi hanno la stessa assonanza
strofe di lunghezza regolare, in cui i versi hanno la stessa rima
strofe di lunghezza irregolare, in cui i versi hanno la stessa assonanza
strofe di lunghezza irregolare, in cui i versi hanno la stessa rima. Joseph Bédier riteneva che le chansons de geste fossero state composte da:
copisti attivi negli scriptoria
cantastorie itineranti legati ai pellegrinaggi
chierici, collegati a monasteri posti sulle vie di pellegrinaggio
monaci appartenenti a grandi abbazie isolate. Le chansons de geste narrano principalmente:
gesta d'amore
imprese amorose
gesta guerriere
imprese fantastiche. Su Orlando e sulla battaglia di Roncisvalle prima del poema tramandato dal manoscritto di Oxford:
possediamo testimonianze indirette che attestino l'esistenza di racconti epici
possediamo poemi epici frammentari
possediamo poemi epici completi
non ci sono testimonianze indirette che attestino l'esistenza di racconti epici. Nella letteratura francese medievale i grandi cicli in cui vengono riordinate les chansons de geste nei secoli XII-XIII sono:
il ciclo del re; il ciclo dei Narbonesi o di Guglielmo; il ciclo dei vassalli ribelli
il ciclo del re; il ciclo dei Narbonesi o di Guglielmo; il ciclo delle crociate
il ciclo del re; il ciclo dei Narbonesi o di Guglielmo; il ciclo dei vassalli ribelli; il ciclo delle crociate
il ciclo dei Narbonesi o di Guglielmo; il ciclo dei vassalli ribelli; il ciclo delle crociate. La Chanson de Roland si compone di:
strofe regolari di decasillabi assonanzati
lasse di dodecasillabi assonanzati
lasse di decasillabi assonanzati
lasse di dodecasillabi rimati. Il Roman d'Alexandre di Alexandre de Paris è composto in:
lasse monorime di dodecasillabi
lasse monorime di ottosillabi
lasse assonanzate di dodecasillabi
strofe monorime di dodecasillabi. Il Roman de Troie narra:
le lotte fratricide dei figli di Edipo
la conquista di troia da parte di Artù
le vicende di Enea
la guerra di Troia. Il romanzo fa la sua comparsa:
verso gli inizi del secolo XIV
verso la metà del secolo XI
verso la metà del secolo XIII
verso la metà del secolo XII. Eleonoria d'Aquitania era:
moglie di Riccardo Cuor di Leone e sorella di Guglielmo IX
moglie di Enrico II Plantageneto e figlia di Guglielmo IX
moglie di Enrico II Plantageneto e nipote di Guglielmo IX
moglie di Enrico III il giovane e nipote di Guglielmo IX. La «Chronique des Ducs de Normandie» racconta:
la storia degli antenati di Enrico II fin dall'instaurarsi del ducato di Normandia per opera di Rollone (911).
la storia degli antenati di Enrico II fin dall'instaurarsi del ducato di Normandia per opera di Guglielmo il Conquistatore (911).
la storia degli antenati di Stefano di Bois fin dall'instaurarsi del ducato di Normandia per opera di Rollone (911).
la storia degli antenati di Enrico II fin dall'instaurarsi del ducato di Normandia per opera di Bruto (911). La «Chronique des Ducs de Normandie» è stata composta da:
Wace
Chrétien de Troie
Goffredo di Monmouth
Benoit de Saint-Maure. Il romanzo è fin dalle origini ideato per:
essere recitato
essere musicato
essere letto essere cantato. Il Roman de Brut, volgarizzamento dell'Historia regum Britanniae è stato composto:
da Wace alla corte del Duca di Aquitania
da Benoit de Saint-Maure alla corte di Enrico II Plantageneto
da Wace alla corte di Enrico II Plantageneto
da Chrétien de Troyes alla corte della Duchessa di Champagne. Il nucleo tematico, narrativo e semantico dei romanzi di Chrétien è costituito da:
guerra e battaglie
amore
amore, avventura e meraviglia
vita di corte. Nell'Historia regum Britanniae, Bruto, eroe eponimo della Britannia discende da:
Apollo Enea Poseidone Ulisse. Chrétien de Troyes fu autore dei seguenti romanzi, giunti fino a noi:
Cligés, Erec et Enide, Le chevalier au lion, Le Chevalier de la charette; Le conte dou graal; le Roman de la Rose
Cligés, Erec et Enide, Le chevalier au lion, Le Chevalier de la charette; Le conte dou graal, Le Roman de la Violette
Cligés, Erec et Enide, Le chevalier au lion, Le Chevalier de la charette; Le conte dou graal
Cligés, Erec et Enide, Le chevalier au lion, Le Chevalier de la charette; Le conte dou graal, le Roman de Tristan. Il «Conte du Graal» è dedicato a:
Maria di Champagne
Maria di Francia
Filippo IV il Bello
Filippo d'Alsazia, conte di Fiandra. Tutti i romanzi di Chrétien de Troyes sono:
di argomento storico-epico
romanzi tristaniani, in tutti l'amore ha un ruolo fondamentale
romanzi arturiani, in tutti l'amore ha un ruolo fondamentale
romanzi arturiani, in tutti il matrimonio ha un ruolo fondamentale. Perceval è il protagonista del:
Conte du graal
Erec et Enide
Chevalier de la charette
Chevalier au lion. Secondo la leggenda originaria ricostruita da J. Bedier il filtro d'amore è servito:
per errore dall'ancella Brangania
volontariamente dal nano Froncino
per errore dalla madre di isotta
per errore da Isotta dalle Bianche mani. Nel celebre episodio del salto della cappella, Tristano:
riesce a sfuggire al rogo saltando da una scogliera
riesce a sfuggire all'esilio
riesce a sfuggire al drago
riesce a sfuggire al Morhot
. Nel Tristan di Thomas le tematiche centrali sono:
amore cortese e idealità nobili
amore coniugale
rifiuto dell'amore
fuga dal mondo. Il Tristan di Béroul costituisce:
la versione cortese
la versione gallese
la versione irlandese
la versione comune. I lais di Maria di Francia sono un genere:
comico lirico narrativo
misto. Il lai del «Chievrefoil» racconta un episodio riferito a:
Perceval e Biancofiore
Lancillotto e Ginevra Tristano e Isotta
Ivano e Laudina. I lais di Maria di Francia ricordano in genere avventure straordinarie:
ispirate ai motivi del folclore norreno
ispirate ai motivi del folclore celtico
ispirate alla letteratura classica latina
ispirate ai motivi del meraviglioso antico. L'opera di Maria di Francia è:
contemporanea al "Brut" di Wace
anteriore ai romanzi di Chrétien
posteriore ai romanzi di Chrétien
contemporanea ai romanzi di Chrétien. Il Roman de la Rose è un lungo poema:
allegorico, composto di due sezioni di autori diversi
d'amore composto di due sezioni di autori diversi
allegorico, composto di due sezioni dello stesso autore
d'amore composto di due sezioni dello stesso autore. Il «Roman de la Rose» è:
romanzo d'amore
un poema allegorico
lais narrativo
poema epico. Il «Roman de la Rose» è un lunghissimo poema allegorico:
composto da due autori: Guillaume de Lorris e Garin le Leu
composta da un solo autore Jean de Meun
composto da due autori, Guillaume de Lorris e Jean de Meun
composto da un solo autore: Garin le Leu. Nella «cantiga d'amor» l'io-lirico è rappresentato da:
dalla voce del giullare
da una voce femminile
dalla voce dell'amato
da una voce maschile. I poeti che hanno trapiantato nel dominio d'oïl la poesia trobadorica vengono detti:
menestrelli
troviari
trovatori trovieri. Alfonso X El Sabio compose le sue liriche d'amore in:
galego-portoghese
castigliano catalano occitano. Le cantigas d'escarnho appartengono:
al genere didascalico
al genere lirico amoroso
al genere satirico
al genere epico. Il galego-portoghese nei secoli XIII-XIV fu il veicolo di espressione della lirica di ispirazione trobadorica in
Andalusia e nelle Asturie
Portogallo e in Castiglia
Galizia e in Portogallo, e inizialmente anche in Castiglia
Galizia e in Catalogna. Il «Cantar de mio Cid» ha come protagonista un personaggio storico:
Rodrigo Díaz de Vivar, che, ingiustamente accusato, viene costretto all'esilio dal suo re, Alfonso X
Rodrigo Díaz de Vivar, che, ingiustamente accusato, viene costretto all'esilio dal suo re, Alfonso VI
Alonso Quijano, che, ingiustamente accusato, viene costretto all'esilio dal suo re, Alfonso VI
Alonso Quijano, che, ingiustamente accusato, viene costretto all'esilio dal suo re, Alfonso X. Secondo una dichiarazione contenuta nell'explicit dell'opera, il «Cantar de mio Cid» fu composto:
nel 1207 da un tal «Turoldus»
nel 1107 da un tal «Per Abbat»
nel 1207 da un tal «Per Abbat»
nel 1307 da un tal «Turoldus». I «Milagros de Nuestra Señora» sono:
25 testi agiografici mariani e sono stati composti da Gonzale de Berceo
28 testi agiografici mariani e sono stati composti da Gonzalo de Berceo
25 testi agiografici mariani e sono stati composti da Alfonso X el Sabio
28 testi agiografici in lingua galega, composti da anonimi. Le «Cantigas de Santa Maria» sono:
427 poesie in galego composte da Alfonso X el Sabio
437 poesie in galego composte da Gonzalo de Brceo
447 poesie in catalano composte da Gonzalo de Berceo
427 poesie in castigliano composte da Alfonso X el Sabio. Gonzalo de Berceo pratica il:
mester de trobaria
lirica trobadorica
mester de jugliaria
mester de clerecia. Il metro detto «cuaderna via» si compone di:
quartine di versi di dieci sillabe con cesura dopo la sesta
quartine di versi di dodici sillabe con cesura dopo la quarta
quartine di versi di dodici sillabe con cesura dopo la sesta
quartine di versi di quattordici sillabe con cesura dopo la settima. Il «Libro de buen amor» è un'opera:
in prosa preceduta da un prologo in versi
in versi, preceduta da un prologo in prosa
in versi
in prosa. Il «Libro de buen amor» utilizza lo schema metrico:
della cuaderna via
delle terzine a rima incatenate
delle quartine di alessandrini
delle quartine di settenari. Il «Libro de buen amor» è stata composta da:
Jaun Manuel Arciprestre de Hita
Juan Ruiz Conde Lucanor
Juan Ruiz Arciprestre de Hita
Alfonso X el Sabio. Il «Conde Lucanor» è:
un poema epico sul "Conde Lucanor"
una raccolta di exempla a scopo didattico e morale
una raccolta di cento novelle
una raccolta di favole e novelle. Secondo la legge Tobler-Mussafia nell'italiano antico si ha enclisi:
nell'imperativo negativo e quando non è in posizione iniziale
quando il verbo è in posizione finale e quando è preceduto dalle congiunzioni ma, o, e
quando il verbo è in posizione iniziale e quando è preceduto dalle congiunzioni ma, o, e
nell'imperativo negativo. Secondo la «vida» provenzale, Jaufre Rudel si sarebbe innamorato della contessa di Tripoli:
dopo essere stato in Terrasanta
dopo averla incontrata alla corte del Saladino
dopo averla incontrata alla corte del re di Francia
senza averla mai vista.
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