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Title of test:
Filologia e linguistica romanza 3

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lezioni 2-48

Author:
zzalai
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Creation Date:
17/04/2024

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Number of questions: 149
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La filologia richiede conoscenze di: paleografia, codicologia e diplomatica paleografia e numismatica paleografia e paleontologia codicologia e diplomatica.
Costituiscono l'oggetto di studio della filologia romanza: le lingue e i dialetti le lingue germaniche e romanze solo i dialetti solo le lingue ufficiali.
In Italia meridionale ci sono enclaves alloglotte: albanese, croato, greco albanese, croato, occitano occitano, croato, serbo moldavo, albanese, corso.
Il basco è una lingua non indo-europea parlata: nella zona delle Alpi a cavallo tra Francia e Italia nella zona dei Pirenei a cavallo tra Francia e Spagna nella sola Francia nella sola Spagna.
Le lingue romanze estinte sono: istriano, dalmatico, tergestino mozarabico, dalmatico, istriano, tergestino moazarabico, tergestino, istriano istriano e dalmatico.
Varietà occitane si parlano oggi anche: nell'Italia del Centro (Abruzzo) nell'Italia del Sud (Puglia) nell'Italia del Nord (Piemonte) nell'Italia del Nord (Lombardia).
Col termine di "Romania nuova" si indicano: le aree orientali dell'Impero Romano le aree romanizzate della Gran Bretagna le aree in cui si parlano lingue romanze del continente americano, asiatico e africano le aree neoromanizzate a nord del Danubio.
Le lingue romanze a cui è stato riconosciuto in Età moderna lo status ufficiale di «lingua» nei relativi paesi sono: Galego, Spagnolo, Catalano, Francese, Romancio, Italiano, Romeno Portoghese, Galego, Spagnolo, Catalano, Francese, Romancio, Italiano, Romeno Portoghese, Spagnolo, Catalano, Francese, Romancio, Italiano, Romeno Portoghese, Galego, Spagnolo, Catalano, Francese, Romancio, Italiano.
La romania perduta comprende: la parte grecofona dell'impero romano in cui non si sono sviluppate lingue romanze i territori dell'Africa settentrionale Le coste dell'Africa settentrionale, le province dell'Europa centrale e settentrionale le province dell'Europa settentrionale.
La desinenza in -iamo della prima persona plurale in tutte le coniugazioni deriva da un esito proprio del: lombardo campano antico fiorentino toscano generale.
L'unità politica raggiunta dai Re Cattolici (1479) ampliò l'area di influenza: del catalano all'Aragona, alla Castiglia e al Valenciano del galego all'Aragona, alla Castiglia e al Valenciano del castigliano all'Aragona, alla Catalogna e al Valenciano dell'asturo-leonese all'Aragona, alla Castiglia e al Valenciano.
Sotto gli Asburgo (sec XVI-XVII) il castigliano si diffuse: nelle Americhe e in Africa nelle Americhe e in Asia nelle Americhe nelle Americhe, in Asia e in Africa.
Le lingue romanze della penisola iberica sono: galego, portoghese, catalano e basco galego, portoghese, spagnolo (o castigliano), catalano galego, portoghese, spagnolo (o castigliano), catalano e basco portoghese, spagnolo (o castigliano), catalano e basco.
La più imponente espansione delle lingue romanze è quella conseguente: ai grandi viaggi di missionari e mercanti dei secoli XIII-XIV alle conquiste dell'Impero romano del II secolo alla scoperta dell'America, alle grandi navigazioni e alle colonizzazioni in età moderna alle migrazioni del secolo XX.
Il processo di "Reconquista" significò, dal punto di vista linguistico: l'espansione verso sud delle lingue romanze parlate nel settentrione della penisola iberica l'assimilazione da parte delle regioni settentrionali del mozarabo l'espansione verso sud del catalano l'espansione verso sud del galego.
Il punto di partenza per capire l'odierna distribuzione geografica delle lingue ibero-romanze è: la conquista della penisola da parte degli Arabi (711-718) la conquista della penisola da parte dei Turchi (711-718) la conquista della penisola da parte dei Franchi (611-618) l'affermazione nel Medioevo del pellegrinaggio a Santiago de Compostela.
L'asturo-leonese e il navarro-aragonese sono varietà romanze parlate: nella parte settentrionale della Spagna nel Portogallo nella parte meridionale della Spagna nella parte sud-occidentale della Spagna.
Il mozarabico (o mozarabo) è la lingua romanza che continuò a essere parlata: nella parte della Spagna che, a partire dal 711, fu occupata dagli Arabi (El Andalus) nella parte della Spagna che, a partire dal 711, fu occupata dai Turchi (El Andalus) nella parte della Spagna che resistette all'occupazione degli Arabi (711) nella parte della Spagna che, a partire dal 611, fu occupata dai Franchi (El Andalus).
Il vocalismo tonico del galego portoghese consta: di dieci vocali di otto vocali di sette vocali di cinque vocali.
Diversamente dal galego, il portoghese è stato: influenzato dal sostrato celtico influenzato dalle varietà romanze parlate nei territori riconquistati agli arabi influenzato dal francese influenzato dal basco.
Nel Medioevo il portoghese e il galego costituivano: due varianti della medesima varietà linguistica due lingue distinte due lingue astratte una sola varietà linguistica.
Gli ebrei sefarditi hanno diffuso lo spagnolo: nei Balcani, nell'Anatolia e nell'Europa settentrionale nei Balcani, nell'Anatolia nei Balcani, nell'Anatolia e nell'Arabia Saudita nei Balcani, nell'Anatolia e nell'Africa settentrionale.
Il galego-portoghese è una koiné elaborata nel secolo XII: nella regione del Minho nella regione del Tago nella regione dell'Ebro nella regione dei Pirenei.
Il sistema vocalico del castigliano consta: di cinque vocali di dieci vocali di nove vocali di sette vocali.
Molti fatti fonetici del catalano sono piuttosto affini: a quelli dell'occitano a quelli del mozarabo a quelli dell'italiano a quelli del romeno.
Il catalano, come altre lingue minoritarie, durante il regime franchista (1939-1975): fu adottato come seconda lingua fu tutelato come lingua di minoranza fu adottato come lingua ufficiale non fu tutelato come lingua di minoranza.
Il catalano parlato ad Alghero, nel nord-ovest della Sardegna: è riconosciuto dalla legislazione italiana come lingua minoritaria non è riconosciuto dalla legislazione italiana come lingua minoritaria è in via di estinzione è riconosciuto dalla legislazione spagnola come lingua minoritaria.
Il catalano, che era stato la lingua ufficiale della contea di Barcellona e del Regno di Aragona, a partire dal secolo XV cominciò a subire la concorrenza: del galego del mozarabo dell'asturo-leonese del castigliano.
Nel castigliano il nesso "consonante + [l] in posizione iniziale: si conserva dilegua si riduce a /l/ palatalizza in /λ/.
Lo «yeismo» e il «seseo» sono fenomeni evolutivi diffusi: nel catalano soltanto nell'area castigliana meridionale nel mozarabo nel galego.
Il francese è lingua ufficiale in: Francia, Belgio, Svizzera, nel Principato di Monaco, nella regione italiana della Valle d'Aosta Francia, Belgio, Svizzera, nel Principato di Monaco, nella regione italiana della Valle d'Aosta, nel Granducato del Lussemburgo Belgio, Svizzera, nel Principato di Monaco, nella regione italiana della Valle d'Aosta, nel Granducato del Lussemburgo Francia, Belgio, Svizzera, nel Principato di Monaco, nel Granducato del Lussemburgo.
Si distinguono tre fasi nella storia del francese: francese antico, francese medio, francese moderno franciano, occitano, francese medio franciano, occitano, francese moderno francese antico, francese moderno, francese contemporaneo.
L'emanazione da parte di Francesco I dell'ordinanza di Villers-Cotterets (1539) imponeva nei tribunali di tutto il Regno, al Nord come al Sud: l'uso dell'italiano l'uso dell'occitano l'uso del latino l'uso del francese.
Il bretone è una lingua di origine celtica: che è stata importata in Francia a seguito di una colonizzazione romana a partire dalle isole britanniche che è stata importata in Francia a seguito di una colonizzazione medievale a partire dalla Pianura Padana che è stata importata in Francia a seguito di una colonizzazione medievale a partire dalle isole britanniche che è stata importata in Francia a seguito di una colonizzazione medievale a partire dall'Islanda.
Con la Rivoluzione francese si impose: l'unificazione linguistica con la promozione del francese e l'eliminazione dei dialetti l'unificazione linguistica con la promozione del franco-provenzale la tutela di tutti i dialetti la diffusione dell'occitano a scapito del francese.
Nel Medioevo, il dominio galloromanzo si suddivideva in: cinque aree linguistiche principali tre aree linguistiche principali due aree linguistiche principali Quattro aree linguistiche principali.
Nella Francia medievale, oltre al franciano, anche altre varietà hanno conosciuto un uso amministrativo e letterario, tra queste: anglonormanno bretone tedesco basco.
Il fenomeno della diffusione della lingua dell'Ile de France (il francien), irradiata da Parigi, risale: al secolo XVI al secolo XVIII al secolo XIX al secolo XII.
L'indebolimento della declinazione bicasuale si è prodotta a partire dalla categoria: dei nomi femminili dei nomi comuni dei pronomi dei nomi propri.
In francese come nei dialetti italiani settentrionali il pronome personale soggetto è: sottinteso obliquo libero clitico.
L'uso dell'articolo partitivo è un'innovazione propria del: galloromanzo iberoromanzo romeno sardo.
La declinazione bicasuale, conservata dal francese antico e dall'occitano, contemplava due casi: genitivo e accusativo nominativo e vocativo nominativo e caso obliquo dativo e accusativo.
Nel francese moderno la negazione si compone: di due elementi: uno precede, l'altro segue il verbo di due elementi, entrambi precedono il verbo di due elementi, entrambi seguono il verbo di un solo elemento che precede il verbo.
Il Francoprovenzale è una lingua: lingua ponte tra provenzale e occitano lingua ponte tra catalano e occitano lingua ponte tra francese e catalano ponte tra francese e occitano.
In occitano l'occlusiva sorda in posizione iniziale seguita da /a/: è sostituita da -h- si conserva palatalizza dilegua.
Il vocalismo atono del franco-provenzale è: meno conservativo dell'occitano simile al catalano più conservativo dell'occitano simile all'italiano.
La base dell'italiano moderno è: nel fiorentino del Cinquecento nel fiorentino del Trecento nel toscano del Duecento nel veneto del Trecento.
L'italiano è stato una lingua prevalentemente scritta fino: all'Unità d'Italia, quando ha cominciato a diffondersi anche nell'uso orale al Primo dopoguerra, quando ha cominciato a diffondersi anche nell'uso orale al secondo dopoguerra , quando ha cominciato a diffondersi anche nell'uso orale al 1700, quando ha cominciato a diffondersi anche nell'uso orale.
In italiano, l'esito -aio dal lat. -ARIUS dimostra la derivazione dal: fiorentino antico campano toscano generale lombardo.
I dialetti italiani sono delle varietà sviluppatisi a partire: dal latino volgare dal latino classico dalle lingue di sostrato dall'italiano a base toscana.
Sono tratti tipici dei dialetti italiani settentrionali: La palatalizzazione delle occlusive velari seguite da vocali anteriori La sonorizzazione delle consonanti occlusive intervocaliche e la doppia serie di pronomi soggetto La palatalizzazione delle occlusive velari seguite da vocali anteriori e la doppia serie di pronomi L'assimilazione del gruppo -ND-.
Ancora oggi i dialetti godono di un certo prestigio sociale in alcune aree della penisola: Italia meridionale, Veneto, Lombardia Italia centrale, Veneto, Lombardia Italia meridionale, Veneto Italia meridionale, Veneto, Liguria.
La linea Massa-Senigallia suddivide l'Italia in: quattro macro aree linguistiche: dialetti settentrionali orientali e occidentali, dialetti centrali e meridionali due macro aree linguistiche: dialetti settentrionali e centro-meridionali due macro aree linguistiche: dialetti cetrali e meridionali tre macro aree linguistiche: dialetti settentrionali, centrali e meridionali.
Alcuni dialetti italiani settentrionali e l'antico francese condividono le modalità per esprimere l'interrogazione sì/no, che viene costruita tramite: inserimento del punto interrogativo inversione dell'ordine soggetto/verbo introduzione di formule interrogative specifiche uso di pronomi interrogativi.
Le tre varietà che, secondo G.I. Ascoli, formavano l'unità ladina: sono geograficamente contigue sono geograficamente discontinue sono geograficamente sovrapponibili sono geograficamente irrilevanti.
Il romancio è una delle quattro lingue nazionali: della Francia delle Fiandre della Confederazione Elvetica del Belgio.
Il sistema vocalico tonico del sardo contempla: otto vocali sette vocali cinque vocali dieci vocali.
Nelle lingue romanze medievali l'ordine dei sintagmi: era diverso dal latino e uguale all'ordine delle lingue romanze moderne era uguale all'ordine delle lingue romanze moderne era uguale al latino era diverso rispetto alle lingue romanze moderne.
In italiano, il pronome clitico «gli», caso dativo del maschile, è: la regolare continuazione di ILLUI la regolare continuazione di ILLUM la regolare continuazione di ILLI la regolare continuazione di ILLAM.
Una forma verbale tipica del galego-portoghese e dello spagnolo (ma di uso limitato nello spagnolo odierno) è il: la perifrastica passiva il condizionale futuro il condizionale imperfetto congiuntivo futuro.
Il «Libro de Alixandre» è probabilmente il primo testo spagnolo che utilizza: lo schema di lasse monorime lo schema di distici di decasillabi lo schema del «mester de juglaria» lo schema della «cuaderna vía».
In spagnolo il dittongo /we/ è il risultato di un processo: di livellamento analogico di metamorfosi fonetica di assimilazione di dissimilazione.
In castigliano la dittongazione può avere luogo: solo in presenza di consonante nasale solo in sillaba chiusa solo in sillaba aperta in sillaba chiusa e in sillaba aperta.
Nello spagnolo, la desinenza -o nella III persona sing. dei verbi forti è: di origine analogica un prestito dall'italiano di origine anagogica di origine etimologica.
Nel francese antico, le consonanti finali: si pronunciavano ancora non si pronunciavano più erano raddoppiate erano cadute.
In francese moderno l'antico avverbio "neant"<NE GENTEM: si è conservato è stato soppiantato da "rien"<REM è stato soppiantato da "nul" è stato soppiantato da "jamais"<IAM MAGIS.
In occitano l' -a tonica latina: evolve in -i si conserva evolve nel dittongo -ie evolve in -e.
In occitano il dittongo latino AU: si riduce a -a si conserva si riduce a -o si chiude in -u.
Tutte le forme dell'articolo definito italiano (lo, 'l, il) derivano: dalla seconda parte del latino ?L(LA) «quella» dalla prima parte del latino (?L)LA «quella» dalla prima parte del latino ?L(LUM) «quello» dalla seconda parte del latino (?L)LUM «quello».
Il termine italiano antico "palagio" deriva: dallo spagnolo "palacio" francese "palais" dall'inglese "palace" dal latino PALATIUM.
Tra i fattori che favorirono, nel periodo carolingio, la definitiva "emersione" delle lingue romanze ci furono: l'abbandono completo del latino il miglioramento della qualità del latino e l'adozione di una nuova pronuncia scolastica il miglioramento della qualità del latino l'estensione del latino.
La diciassettesima disposizione del Concilio di Tours (813), invitava i vescovi: a celebrare l'intera messa nella lingua del popolo a recitare le preghiere nella lingua del popolo a celebrare solo la consacrazione eucaristica nella lingua del popolo a pronunciare l'omelia nella lingua del popolo.
Il più antico documento del Castigliano è: un elenco dei formaggi consumati in un monastero del León il glossario di San Milan il Libro de Alixandre il Cantar de mio Cid.
I documenti più antichi del francese (sec X-XI) sono per la maggior parte: di argomento religioso di ambito giuridico di argomento profano di argomento epico.
La Vie de Saint Alexis è stata composta: nel secolo XII nel secolo IX nel secolo XI nel secolo VIII.
La Vie sant Lethgier e la Passion di Clermont-Ferrand sono conservati: nel medesimo manoscritto latino in due manoscritti anglonormanni del secolo XIII in un manoscritto piccardo del secolo XIII in due manoscritti latini distinti.
Una quarantina d'anni dopo i Giuramenti (probabilmente tra l'878 e l'882), venne trascritto il più antico monumento letterario del francese. Quale? Sequenza di sant'Eulalia Chanson de Roland Navigation de Saint Brendan Vie de Saint'Alexis.
I Giuramenti di Strasburgo sancirono l'alleanza tra: due nipoti di Carlo Magno, Carlo Il Calvo e Ludovico il Bavaro due nipoti di Carlo Magno, Carlo il Calvo e Lotario due dei figli di Carlo Magno, Carlo il Calvo e Lotario i due figli di Carlo Magno, Ludovico il Pio e Carlo il Calvo.
La «Vie de saint Lethgier» adotta: l'octosyllabe il settenario il decasyllabe l'alessandrino.
Le ḫarğāt sono trascritte: in caratterri latini solo in caratteri arabi in caratteri arabi e ebraici in caratteri cirillici.
L' «Auto de los Reyes Magos» è: un dramma liturgico di 147 versi di varia misura a rima baciata un dramma liturgico di 147 alessandrinidi a rima baciata un dramma liturgico di 157 alessandrinidi a rima baciata un dramma liturgico di 157 versi di varia misura a rima baciata.
I più antichi testi documentari in provenzale sono: poesie liriche giuramenti feudali canti liturgici poemi epici.
I più antichi testi documentari in occitano risalgono: alla fine del secolo X al secolo XII alla fine del secolo XI al secolo IX.
Lo «Sponsus» appartiene al genere del: omelie salmi prediche dramma liturgico.
Il "Placito campano" è un: documento giuridico un testo poetico una nota di mercatura una nota di viaggio.
Secondo l'interpretazione sociologica di Erich Köhler, la poesia d'amore sarebbe espressione: di uno specifico gruppo sociale: i chierici itineranti di uno specifico gruppo sociale, la classe dei grandi feudatari di uno specifico gruppo sociale: la classe della bassa nobiltà, gli juvenes di uno specifico gruppo: i cantastorie.
La poesia trobadorica si componeva di: melodia e testo sceneggiatura teatrale solo melodia solo testo.
La fin'amor per i provenzali indica: la raffinatezza dell'amore la perfezione dell'amore la sottigliezza dell'amore l'inconsistenza dell'amore.
La cobla costituisce l'unità metrica della canso e corrisponde all'italiano: copula ritornello strofa coppia.
Lo scambio a distanza di coblas tra due o più trovatori su un argomento di dibattito è denominato: tenso vers canso sirventes.
La lirica trobadorica si forma: nel Nord della Francia nel Nord dell'Italia nel Sud della Francia in Castiglia.
La lirica trobadorica è informata da: uno spirito popolare uno spirito mistico uno spirito giullaresco uno spirito elitario e aristocratico.
I paradossi centrali dell'amore cortese sono: il godimento del sacrificio, l'esaltazione nel segreto, l'affinamento morale nell'esperienza amorosa adulterina il godimento del sacrificio, l'esaltazione nel segreto, l'affinamento morale nell'esperienza religiosa il godimento del sacrificio, l'esaltazione nel segreto, il godimento nell'esperienza amorosa coniugale il godimento del sacrificio, l'affinamento morale nell'esperienza religiosa.
L'io lirico della poesia trobadorica esprimeva: l'interlocutore del poeta un io universale l'io individuale del poeta il soggetto amato.
Secondo l'antica «vida» provenzale, il trovatore Marcabruno sarebbe stato: un trovatello allevato da un nobile signore un principe della Francia del Nord figlio cadetto di un nobile figlio primogenito di un grande barone.
Nella canzone «Non chant per auzel ni per flor», Raimbaut d'Aurenga: ribadisce la validità dei valori della lirica delle origini annuncia la totale sublimazione della relazione amorosa condivide gli elementi di ispirazione tradizionale della lirica trobadorica rifiuta gli elementi di ispirazione tradizionale della lirica trobadorica.
La canzone «Can vei la lauzeta mover» di Bernart de Ventadorn è una poesia: di condivisione dell'amore con un altro trovatore di celebrazione della primavera e dell'amore di commiato e di rinuncia all'amore di esaltazione di un amore ricambiato.
Nel verso «E col bue vado a caccia della lepre» abbiamo la figura retorica: dell'anafora dell'adýnaton della metafora dell'iperbato.
Nella sestina, tutte le rime sono: avverbi che tornano in tutte le stanze parole-rima che ritornano uguali in tutte le stanze parole all'inizio dei versi che ritornano uguali in tutte le stanze aggettivi che tornano uguali in tutte le stanze.
In quale opera Dante Alighieri definisce Arnaut Daniel «il miglior fabbro del parlar materno»: nel Convivio De Monarchia nel De vulgari eloquentia nella Divina Commedia.
Secondo Ramón Menéndez Pidal, gli autori delle «chansons de geste» erano: pellegrini sulla strada di Santiago de Compostela chierici dotati di buona cultura anonimi cantastorie di piazza monaci benedettini.
Le lasse epiche sono: strofe di lunghezza regolare, in cui i versi hanno la stessa assonanza strofe di lunghezza regolare, in cui i versi hanno la stessa rima strofe di lunghezza irregolare, in cui i versi hanno la stessa assonanza strofe di lunghezza irregolare, in cui i versi hanno la stessa rima.
Joseph Bédier riteneva che le chansons de geste fossero state composte da: copisti attivi negli scriptoria cantastorie itineranti legati ai pellegrinaggi chierici, collegati a monasteri posti sulle vie di pellegrinaggio monaci appartenenti a grandi abbazie isolate.
Le chansons de geste narrano principalmente: gesta d'amore imprese amorose gesta guerriere imprese fantastiche.
Su Orlando e sulla battaglia di Roncisvalle prima del poema tramandato dal manoscritto di Oxford: possediamo testimonianze indirette che attestino l'esistenza di racconti epici possediamo poemi epici frammentari possediamo poemi epici completi non ci sono testimonianze indirette che attestino l'esistenza di racconti epici.
Nella letteratura francese medievale i grandi cicli in cui vengono riordinate les chansons de geste nei secoli XII-XIII sono: il ciclo del re; il ciclo dei Narbonesi o di Guglielmo; il ciclo dei vassalli ribelli il ciclo del re; il ciclo dei Narbonesi o di Guglielmo; il ciclo delle crociate il ciclo del re; il ciclo dei Narbonesi o di Guglielmo; il ciclo dei vassalli ribelli; il ciclo delle crociate il ciclo dei Narbonesi o di Guglielmo; il ciclo dei vassalli ribelli; il ciclo delle crociate.
La Chanson de Roland si compone di: strofe regolari di decasillabi assonanzati lasse di dodecasillabi assonanzati lasse di decasillabi assonanzati lasse di dodecasillabi rimati.
Il Roman d'Alexandre di Alexandre de Paris è composto in: lasse monorime di dodecasillabi lasse monorime di ottosillabi lasse assonanzate di dodecasillabi strofe monorime di dodecasillabi.
Il Roman de Troie narra: le lotte fratricide dei figli di Edipo la conquista di troia da parte di Artù le vicende di Enea la guerra di Troia.
Il romanzo fa la sua comparsa: verso gli inizi del secolo XIV verso la metà del secolo XI verso la metà del secolo XIII verso la metà del secolo XII.
Eleonoria d'Aquitania era: moglie di Riccardo Cuor di Leone e sorella di Guglielmo IX moglie di Enrico II Plantageneto e figlia di Guglielmo IX moglie di Enrico II Plantageneto e nipote di Guglielmo IX moglie di Enrico III il giovane e nipote di Guglielmo IX.
La «Chronique des Ducs de Normandie» racconta: la storia degli antenati di Enrico II fin dall'instaurarsi del ducato di Normandia per opera di Rollone (911). la storia degli antenati di Enrico II fin dall'instaurarsi del ducato di Normandia per opera di Guglielmo il Conquistatore (911). la storia degli antenati di Stefano di Bois fin dall'instaurarsi del ducato di Normandia per opera di Rollone (911). la storia degli antenati di Enrico II fin dall'instaurarsi del ducato di Normandia per opera di Bruto (911).
La «Chronique des Ducs de Normandie» è stata composta da: Wace Chrétien de Troie Goffredo di Monmouth Benoit de Saint-Maure.
Il romanzo è fin dalle origini ideato per: essere recitato essere musicato essere letto essere cantato.
Il Roman de Brut, volgarizzamento dell'Historia regum Britanniae è stato composto: da Wace alla corte del Duca di Aquitania da Benoit de Saint-Maure alla corte di Enrico II Plantageneto da Wace alla corte di Enrico II Plantageneto da Chrétien de Troyes alla corte della Duchessa di Champagne.
Il nucleo tematico, narrativo e semantico dei romanzi di Chrétien è costituito da: guerra e battaglie amore amore, avventura e meraviglia vita di corte.
Nell'Historia regum Britanniae, Bruto, eroe eponimo della Britannia discende da: Apollo Enea Poseidone Ulisse.
Chrétien de Troyes fu autore dei seguenti romanzi, giunti fino a noi: Cligés, Erec et Enide, Le chevalier au lion, Le Chevalier de la charette; Le conte dou graal; le Roman de la Rose Cligés, Erec et Enide, Le chevalier au lion, Le Chevalier de la charette; Le conte dou graal, Le Roman de la Violette Cligés, Erec et Enide, Le chevalier au lion, Le Chevalier de la charette; Le conte dou graal Cligés, Erec et Enide, Le chevalier au lion, Le Chevalier de la charette; Le conte dou graal, le Roman de Tristan.
Il «Conte du Graal» è dedicato a: Maria di Champagne Maria di Francia Filippo IV il Bello Filippo d'Alsazia, conte di Fiandra.
Tutti i romanzi di Chrétien de Troyes sono: di argomento storico-epico romanzi tristaniani, in tutti l'amore ha un ruolo fondamentale romanzi arturiani, in tutti l'amore ha un ruolo fondamentale romanzi arturiani, in tutti il matrimonio ha un ruolo fondamentale.
Perceval è il protagonista del: Conte du graal Erec et Enide Chevalier de la charette Chevalier au lion.
Secondo la leggenda originaria ricostruita da J. Bedier il filtro d'amore è servito: per errore dall'ancella Brangania volontariamente dal nano Froncino per errore dalla madre di isotta per errore da Isotta dalle Bianche mani.
Nel celebre episodio del salto della cappella, Tristano: riesce a sfuggire al rogo saltando da una scogliera riesce a sfuggire all'esilio riesce a sfuggire al drago riesce a sfuggire al Morhot .
Nel Tristan di Thomas le tematiche centrali sono: amore cortese e idealità nobili amore coniugale rifiuto dell'amore fuga dal mondo.
Il Tristan di Béroul costituisce: la versione cortese la versione gallese la versione irlandese la versione comune.
I lais di Maria di Francia sono un genere: comico lirico narrativo misto.
Il lai del «Chievrefoil» racconta un episodio riferito a: Perceval e Biancofiore Lancillotto e Ginevra Tristano e Isotta Ivano e Laudina.
I lais di Maria di Francia ricordano in genere avventure straordinarie: ispirate ai motivi del folclore norreno ispirate ai motivi del folclore celtico ispirate alla letteratura classica latina ispirate ai motivi del meraviglioso antico.
L'opera di Maria di Francia è: contemporanea al "Brut" di Wace anteriore ai romanzi di Chrétien posteriore ai romanzi di Chrétien contemporanea ai romanzi di Chrétien.
Il Roman de la Rose è un lungo poema: allegorico, composto di due sezioni di autori diversi d'amore composto di due sezioni di autori diversi allegorico, composto di due sezioni dello stesso autore d'amore composto di due sezioni dello stesso autore.
Il «Roman de la Rose» è: romanzo d'amore un poema allegorico lais narrativo poema epico.
Il «Roman de la Rose» è un lunghissimo poema allegorico: composto da due autori: Guillaume de Lorris e Garin le Leu composta da un solo autore Jean de Meun composto da due autori, Guillaume de Lorris e Jean de Meun composto da un solo autore: Garin le Leu.
Nella «cantiga d'amor» l'io-lirico è rappresentato da: dalla voce del giullare da una voce femminile dalla voce dell'amato da una voce maschile.
I poeti che hanno trapiantato nel dominio d'oïl la poesia trobadorica vengono detti: menestrelli troviari trovatori trovieri.
Alfonso X El Sabio compose le sue liriche d'amore in: galego-portoghese castigliano catalano occitano.
Le cantigas d'escarnho appartengono: al genere didascalico al genere lirico amoroso al genere satirico al genere epico.
Il galego-portoghese nei secoli XIII-XIV fu il veicolo di espressione della lirica di ispirazione trobadorica in Andalusia e nelle Asturie Portogallo e in Castiglia Galizia e in Portogallo, e inizialmente anche in Castiglia Galizia e in Catalogna.
Il «Cantar de mio Cid» ha come protagonista un personaggio storico: Rodrigo Díaz de Vivar, che, ingiustamente accusato, viene costretto all'esilio dal suo re, Alfonso X Rodrigo Díaz de Vivar, che, ingiustamente accusato, viene costretto all'esilio dal suo re, Alfonso VI Alonso Quijano, che, ingiustamente accusato, viene costretto all'esilio dal suo re, Alfonso VI Alonso Quijano, che, ingiustamente accusato, viene costretto all'esilio dal suo re, Alfonso X.
Secondo una dichiarazione contenuta nell'explicit dell'opera, il «Cantar de mio Cid» fu composto: nel 1207 da un tal «Turoldus» nel 1107 da un tal «Per Abbat» nel 1207 da un tal «Per Abbat» nel 1307 da un tal «Turoldus».
I «Milagros de Nuestra Señora» sono: 25 testi agiografici mariani e sono stati composti da Gonzale de Berceo 28 testi agiografici mariani e sono stati composti da Gonzalo de Berceo 25 testi agiografici mariani e sono stati composti da Alfonso X el Sabio 28 testi agiografici in lingua galega, composti da anonimi.
Le «Cantigas de Santa Maria» sono: 427 poesie in galego composte da Alfonso X el Sabio 437 poesie in galego composte da Gonzalo de Brceo 447 poesie in catalano composte da Gonzalo de Berceo 427 poesie in castigliano composte da Alfonso X el Sabio.
Gonzalo de Berceo pratica il: mester de trobaria lirica trobadorica mester de jugliaria mester de clerecia.
Il metro detto «cuaderna via» si compone di: quartine di versi di dieci sillabe con cesura dopo la sesta quartine di versi di dodici sillabe con cesura dopo la quarta quartine di versi di dodici sillabe con cesura dopo la sesta quartine di versi di quattordici sillabe con cesura dopo la settima.
Il «Libro de buen amor» è un'opera: in prosa preceduta da un prologo in versi in versi, preceduta da un prologo in prosa in versi in prosa.
Il «Libro de buen amor» utilizza lo schema metrico: della cuaderna via delle terzine a rima incatenate delle quartine di alessandrini delle quartine di settenari.
Il «Libro de buen amor» è stata composta da: Jaun Manuel Arciprestre de Hita Juan Ruiz Conde Lucanor Juan Ruiz Arciprestre de Hita Alfonso X el Sabio.
Il «Conde Lucanor» è: un poema epico sul "Conde Lucanor" una raccolta di exempla a scopo didattico e morale una raccolta di cento novelle una raccolta di favole e novelle.
Secondo la legge Tobler-Mussafia nell'italiano antico si ha enclisi: nell'imperativo negativo e quando non è in posizione iniziale quando il verbo è in posizione finale e quando è preceduto dalle congiunzioni ma, o, e quando il verbo è in posizione iniziale e quando è preceduto dalle congiunzioni ma, o, e nell'imperativo negativo.
Secondo la «vida» provenzale, Jaufre Rudel si sarebbe innamorato della contessa di Tripoli: dopo essere stato in Terrasanta dopo averla incontrata alla corte del Saladino dopo averla incontrata alla corte del re di Francia senza averla mai vista.
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